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Recensione

85/100

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Remedy – Something That Your Eyes Won’t See – Recensione

21 Dicembre 2022 Comment Giulio Burato

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2022
etichetta: S-Rock Music Production

Tracklist:

01. Living On The Edge
02. I Wanna Have It All
03. Marilyn
04. Scream In Silence
05. Sundays At Nine
06. Stranger
07. Thunder In The Dark
08. My Devil Within
09. Sinners And Saints
10. Lifeline

Formazione:

Robert van der Zwan – Lead singer and guitarist
Roland Forsman - Founding member, guitarist, songwriter and producer
Jonas Öijvall - Keyboards
Jonas Dicklo - Bass
Fredrik Karlberg – Drums

 

Si sta chiudendo un altro anno, un anno condito di tante, forse troppe, uscite discografiche in ambito rock melodico ed affini. Scrivo troppe in quanto la quantità non necessariamente si allinea alla qualità, soprattutto produttiva.

Per festeggiare la conclusione del 2022, ho pescato nell’urna svedese questa band, a me sconosciuta, chiamata Remedy, alla prima uscita discografica. Proveniente, come base, da Stoccolma, la band propone un rock moderno con radici che pescano nella golden era del rock anni 80. Ad impreziosire il tutto abbiamo le presenze, tra le altre, di un certo Eric Mårtensson (Eclipse) al missaggio e di Lars Säfsund (Work of Art) come vocal coach e corista.

Si parte con “Living on the edge”; le chitarre sanno di Scorpions e la voce di Roberet van der Zwan entra in scena in punta di piedi fino al buon ritornello. La successiva “I wanna have it all” è il primo singolo con un bel video annesso; la canzone si fa notare per un basso dinamico e per la struttura compositiva. Le note iniziali di “Marilyn” mi portano ai Bon Jovi di “Runaway”, e a qualche assonanza nel ritornello, anche se la canzone sembra sia stata staccata da una costola degli Eclipse. L’articolata “Scream in silence” fa capire che, a livello compositivo, la band ci sa fare. Un intreccio di suoni dove ogni strumento si innesca alla perfezione e che scaturisce in uno shock rock moderno. Prendo fiato e ascolto con molta attenzione “Sundays at nine” che ha un vocalizzo che ricorda il Mike Tramp da solista; delicata nel suo incedere sino al bell’assolo in elettrico e ad una pregiata coralità che va a braccetto con i The Poodles. La sesta traccia “Stranger” ha un ritornello molto convenzionale mentre la successiva “Thunder in the dark”, corredata da un video, è un mix tra i Bonfire e i Pretty Maids degli anni 90’, con un chorus efficace e distinguibile. L’intro ecclesiastico apre “My devil within”, una canzone che ha la struttura ed il piglio moderni dei nordici The Rasmus e vola sulle ali di una melodia convincente. “Sinners and saints” è il brano più heavy del lotto, dove le chitarre viaggiano spedite, un insieme di Pretty Maids e di Helloween ben frullati. Conclude questo “Something That Your Eyes Won’t See”, titolo affascinante, lo struggente lento “Lifeline” basato su una base al piano e dalle melodie soffuse che si aprono nel ritornello corale da assaporare in una fredda giornata invernale.

Ultima mia recensione dell’anno con la sorpresa Remedy, un botto di Capodanno inaspettato.

© 2022, Giulio Burato. All rights reserved.

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