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Black Paisley – Human Nature – Recensione

23 Dicembre 2022 2 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Black Paisley AB

Tracklist:

1. Set Me on Fire
2. In The Night
3. Not Alone
4. Promises
5. Silent Asylum
6. Mojo
7. Human Nature
8. Don’t Call Me A Liar
9. Hard Times
10. Worlds Turning
11. Crazy
12. Set Me Free

Formazione:

Stefan Blomqvist – Lead Vocals & Guitar
Franco Santunione – Lead Guitar
Jan Emanuelsson – Bass
Robert Karaszi – Drums & Percussion

Contatti:

Sito: https://blackpaisley.se/

Facebook: https://www.facebook.com/blackpaisleys

 

Ultima chicca dell’anno riservata al ritorno degli svedesi Black Paisley, super band melodic – hard rock dalla grande esperienza individuale e dal sound prezioso.

Si parte alla grandissima con la corale e autentica “Set Me On Fire”, convincente e corposa, dalle sonorità vecchia scuola, intensa al punto giusto. Si passa quindi a “In The Night”, canonica, ben eseguita, coinvolgente, globalmente un gran pezzo hard rock. “Not Alone” ha un qualcosa di Bryan Adams, il che è sicuramente cosa buona e giusta: sprigiona vibrazioni molto positive e godibili, facendone un brano azzeccatissimo. Passiamo a “Promises”, molto più contemporaneo per trama e intenzione, comunque interessante e capace di tenere l’ascoltatore attaccato alle cuffie. “Silent Asylum” ha qualche sfumatura Scorpion e simili, con le dovute distanze, ma complessivamente può essere considerato un buon brano, non originalissimo nella struttura e nelle sonorità, ma nel suo insieme divertente e godibile. Arriviamo al momento lento: “Mojo” presenta tutte le caratteristiche del genere, nulla di più, nulla di meno, delle centinaia di lentoni presenti nella storia del rock. Eccoci alla title track “Human Nature”, non particolarmente intrigante, come la successiva “Don’t Call Me A Liar”, che troppo chiede in prestito, come la precedente, al mondo hard rock anni ‘80. “Hard Times” risulta leggermente più fresca rispetto a quanto ascoltato sino ad ora, con ottime trame musicali e un solo chitarristico di buonissimo gusto. Classiche atmosfere rockeggianti con “World Turning”, tambureggiante e cadenzata, che si perde e si getta nella successiva “Crazy”, eterea, sfuggente, argentea, intensa nella sua semplicità.

Chiudiamo quindi questo album sulle movimentate note di “Set Me Free”, che presenta ancora un cambio di intenzione e un richiamo alla prima strofa di “Addicted To That Rush”, attestando ampiamente l’uso di ‘prestiti’ più o meno voluti da altri artisti (veramente massicci in questo lavoro), sintomo forse di poca originalità; punto di forza sicuramente l’intensità e l’esecuzione molto convincente.

© 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.

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