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Stryper – The Final Battle – Recensione

08 Novembre 2022 1 Commento Alberto Rozza

genere: Heavy Metal
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:


1. Transgressor
2. See No Evil, Hear No Evil
3. Same Old Story
4. Heart & Soul
5. Near
6. Out, Up & In
7. Rise To The Call
8. The Way, The Truth, The Life
9. No Rest For Wicked
10. Till Death Do Us Part
11. Ashes To Ashes

Formazione:

Michael Sweet - Lead Vocals, Lead and Rhythm Guitar
Robert Sweet - Drums and Percussion
Oz Fox - Lead and Rhythm Guitar, Vocals
Perry Richardson - Bass, Vocals

Contatti:

Sito: http://www.stryper.com/

Facebook: https://www.facebook.com/Stryper

 

In uscita il nuovo album degli statunitensi Stryper, band storica del panorama anni ’80, capostipite del sottogenere Christian metal: forti di una compattezza insolita dopo momenti di grande difficoltà, i “giallo neri” sono ancora pronti a sfornare nuovi pezzi e a portare avanti il loro credo.

Si parte fortissimo con “Trasgressor”, una cavalcata martellante e devastante, che stilisticamente e vocalmente ci rimanda immediatamente alle peculiarità della band, compresa una parte centrale solistica molto interessante. Si passa a “See No Evil, Hear No Evil”, a richiamare forse un celebre verso dei Twisted Sister, con le sue note cupe e ombrose, a coronare un pezzone truce e potente, complessivamente molto convincente. Le sonorità non mutano con “Same Old Story”, un inno corale e coinvolgente, ottimo nella sua semplicità strutturale e nei passaggi strumentali. In pieno stile anni ’80 troviamo “Heart & Soul”, cadenzata, tagliente nel riff chitarristico, acuta nella linea vocale, un vero tributo alla golden age californiana. Giunge inevitabilmente il momento del lentone: “Near” non si smentisce e ricalca perfettamente tutti cliché dei lenti hard rock/hair metal, attestandosi a un buon livello qualitativo. “Out, Up & In” non sbalordisce più di tanto, risultando l’anello debole di questo primo blocco di brani. Dopo questo leggero calo di intensità, torniamo su ritmi più elevati: “Rise To The Call” fa la sua porca figura, sempre giocando sui punti forti dei diversi componenti della band, ovvero voce riconoscibile e corale (soprattutto in studio), struttura musicale compattissima e parti solistiche scellerate. Giungiamo a “The Way, The Truth, The Life”, molto stile rétro, che, nonostante suoni “moderni”, ci fa gustare qualcosa di nostalgico e interessante. “No Rest For Wicked”, dalla tematica struggente, ritorna su orizzonti musicalmente cupi, suoni scuri, che rendono ottimamente l’atmosfera che la band vuole creare. Con “Till Death To Us Part” ci apriamo su sensazioni più emotive, slanciate, a discapito di un suono più scarico e vuoto. Concludiamo sulle note di “Ashes To Ashes” (non una cover di Bowie), sfrenate e tambureggianti, che ci consegnano un lavoro magistrale, ispirato, magari a tratti non originalissimo, ma di qualità assolutamente sopra la media rispetto al panorama circostante, un lavoro ottimamente suonato e interpretato da ognuno dei membri degli Stryper.

© 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.

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