Recensione

Chez Kane – Powerzone – Recensione

19 Ottobre 2022 6 Commenti Yuri Picasso

genere: Melodic Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Mese di Ottobre bollente in tema di uscite Melodic (Hard) Rock/AOR. Nomi altisonanti appartenenti alla casta dei vecchi Leoni come House of Lords, Stryper, Skid Row, Jaded Heart, e ulteriori nuove leve, più giovani, alla ricerca di conferme e aumento di consensi dettati da buoni lavori editi in precedenza. Due nomi su tutti quali Perfect Plan e Chez Kane.
La cantante inglese ha suscitato simpatia ed un considerevole interesse col debutto di Marzo dell’anno scorso, grazie al riuscito connubio artistico formato con Danny Rexon (Crazy Lixx) adornato dalla propria presenza scenica da rocker della porta accanto. Piacevolmente Semplice. Team d’azione giustamente confermato nel sequel qui recensito dal titolo ‘Powerzone’; susciterà opinioni contrastanti, dovute alle aspettative alte dell’ascoltatore e ad alcune scelte artistiche e di ‘facciata’ perlomeno opinabili.

I 3 singoli ad oggi evocano emozioni contrastanti; “I Just Want You” e “When We’re Young In Love” rappresentano i canonici pezzi melodic rock odierni, scanzonati, scritti per rimanere impressi dal primo ascolto. “Love Gone Wild” è l’highlight del disco, up-tempo con la cantante protagonista di una prova perfetta dietro al microfono altalenando tra il pulito e il roco; impreziosito dal sax di Jesse Molloy, il brano porta alla mente le migliori interpretazioni di Janet Gardner (Vixen). Dai video traspare la volontà dell’etichetta di rendere la giovane inglese oltre misura sexy che per il vero non Le si addice troppo, spiazzando oltremodo. Voglio puntualizzare un’insindacabile certezza: Chez è cresciuta come singer; ha maggiore padronanza delle proprie capacità, mostra più cattiveria tramite un timbro che modula quando deve lavorando su ottave e tonalità più estese: la title track e “I’m Ready For Your Love” fanno mostra di tale sicurezza sebbene un songwriting poco oltre l’ordinario. In linea le coordinate qui proposte non differiscono dal debutto, aggiungendo un paio di sfumature a conferma di una ricercata e consequenziale profondità artistica. Riuscita la canuck “Children of Tomorrow Gone”, impreziosita da Keys celtiche a rimostranza che l’AOR può essere un linguaggio universale. Rilassante l’elettroacustica “Streets Of Gold”, lento di maniera che arricchisce di un tassello differente il songbook di Chez (non vi erano ballads nell’esordio) impreziosito da un raffinato solo alla 6 corde. Gli 8 minuti della conclusiva “Guilty of Love” sono senza alcun rischio di querela troppi per una canzone di questo genere, pur sfoggiando un arrangiamento elegante ricco di tappeti tastieristici, soli e riff di chitarra, tra i quali la protagonista fa sfoggio della propria audacia diversificando il tono.

La sensazione dopo svariati ascolti, per quanto il disco sia impregnato di sfumature da scoprire, assaporare e assimilare (vedi l’uso del sax), è che nella struttura generale venga meno un ulteriore guizzo vincente per elevare il lavoro ai top della discografia melodica odierna. Rimane assolutamente consigliato agli amanti di Vixen, Fiona, Femme Fatale e affini.

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