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Recensione

64/100

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Love in Chains – Everyday Heroes – Recensione

28 Settembre 2022 Comment Giulio Burato

genere: Glam Rock – Melodic Rock
anno: 2022
etichetta: Idora Entertainment

Tracklist:

• 01. Locked and Loaded
• 02. Less Than Zero
• 03. Cherry Wine
• 04. Darkness Falls
• 05. Everyday Heroes
• 06. Rain
• 07. Overdose
• 08. Down To The Wire
• 09. Without You
• 10. Love Gun
• 11. Wildfire

Formazione:

Rob Kane – Voce
Erik Johnson – Batteria / Basso / Cori
Mike Floros – Chitarre
Ospiti:
Jason Cornwell – Basso
Brian Karl - Batteria

 

Guardando l’artwork del presente “Everyday Heroes” ho creduto per un attimo di essere capitato a tiro del sequel di “Indipendece day”. Dietro al titolo invece si racchiude un significato più profondo e meno fantascientifico, un omaggio agli eroi che ci circondano ogni giorno (medici, pompieri etc.).
Siamo di fronte al trio Rob Kane, Erik Johnson e Mike Floros che formano i Love in Chains, band che attinge a piene mani al glam rock caro ai Ratt, Stryper, Kiss e a simil-gruppi che regnavano negli anni’80. A proposito di Paul Stanley & Co. qui è presente la cover di “Love Gun” di cui vi lascio il giudizio, visto che, recentemente, ho sentito l’originale in versione live all’Arena di Verona e tale mi tengo.

I tre americani di base hanno dei discreti spunti senza creare nulla di originale ma lo fanno con piglio e la giusta passione. Senza passare per forza da una recensione ad elenco, segnalo che la breve ed apri-pista “Locked and Loaded” da subito l’idea di cosa andremo ad ascoltare. “Cherry wine” ricorda i Tangier nella chitarra acustica mentre “Less than Zero” e “Rain”, in maniera diversa, strizzano gli occhi ai Dokken. Uno dei passaggi meglio riusciti a livello vocale assieme al buon lavoro alle sei corde di Mike Floros è la semi-ballad “Overdose”.
Segnalo, poi, la nona traccia “Without You” che suona molto Hurricane (vedi la ns. recente recensione nella sessione “classici”) senza però averne la stessa carica “distruttiva” a livello emozionale
Concludo con la title-track, emblema dell’album con i suoi cori rapiti alla golden era dell’hairy-metal.

Un album di debutto onesto che aggiunge poco a ciò che abbiamo piacevolmente e abbondantemente già sentito in passato, ma che, in maniera leggera, ce lo fa ricordare.

© 2022, Giulio Burato. All rights reserved.

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