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15 Settembre 2022 5 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard Rock
anno: 1990
etichetta: Enigma
ristampe:
Tracklist:
Reign Of Love 4:45
Next To You 3:35
Young Man 3:52
Dance Little Sister 4:50
Don't Wanna Dream 5:02
Temptation 3:11
10,000 Years 5:43
In The Fire 4:32
Let It Slide 4:35
Lock Me Up 3:41
Smiles Like A Child 4:13
Formazione:
Doug Aldrich : Guitar, Vocals
Tony Cavazo : Bass, Vocals
Jay Schellen : Drums, Percussion, Vocals
Kelly Hansen : Lead Vocals
Se questo Slave To The Thrill sia da catalogare sotto l’egida di gemma sepolta o classico, è questione più tecnica che di sostanza. Classico è un disco, solitamente uscito su major, che ha un certo numero di copie vendute e che ha segnato uno degli apici del genere preso in considerazione, anche se a volte essere classico può toccare anche a dischi con tirature più piccole, ma con vette artistiche assolute. Ecco, dunque, la classificazione a gemma (non poi così tanto) sepolta o se preferite Classico minore per il secondo disco degli Hurricane.
Dopo un primo Ep ed il debutto su Lp Over The Edge uscito nel 1988, sempre per Enigma records, la band si ripropone due anni dopo con un cambio di formazione che probabilmente contribuisce a dare una svolta anche al sound, entra infatti Doug Aldrich alla chitarra al posto di Robert Sarzo. Se nei primi lavori, infatti, la presenza di Tony Cavazo e di Robert Sarzo faceva di loro un po’ i fratellini poveri dei Quiet Riot, in questo Slave To The Thrill si nota una maturazione nel sound ed una maggiore coerenza compositiva che dà alla band la possibilità di brillare di luce propria. Non che il predecessore sia stato un disco malvagio, anzi.. solo che ondeggiava tra sound diversi senza prendere una direzione precisa.
La direzione precisa viene invece adottata in Slave to the Thrill dove il class metal dokkeniano va ad incontrare atmosfere Lion e Whitesnake, sarà un caso che il buon vecchio Doug abbia un fil rouge con tutte queste band? Non credo proprio. La voce dell’ ottimo Kelly Hansen si trova perfettamente a suo agio nel ruolo e sforna una performance ai vertici della categoria e non è un caso che poi andrà a sostituire ( e più che degnamente ) due mostri sacri come Mark Free negli Unruly Child (dove peraltro ritroverà Jay Shellen) e Lou Gramm nei Foreigner. Il songwrting coinvolge anche una serie di autori esterni che andranno ad arricchire le già ottime capacità del gruppo, mentre la produzione resta di livello assoluto.
Esempi di killer songs qui presenti sono l’infuocata opener Reign Of Love, l’ammiccante singolo Dance Little Sister e la Tangeriana In The Fire. Naturalmente presente e di pregio la ballad Don’t Wanna Dream, mentre 10000 Years è un mid tempo passionale con sonorità ammiccanti agli Unruly Child che verranno. Tutto il disco è comunque di livello alto e scorre piacevole anche dopo numerosi ascolti risultando attuale anche a trentadue anni di distanza.
Infine una curiosità sulla copertina. La prima versione con una ragazza seminuda sdraiata su una futuribile fucking machine, venne presto sostituita da una versione senza l’ammiccante pulzella, probabilmente per le proteste delle associazioni bacchettone americane, per la precisione la PMRC di Tipper Gore, che da fine anni 80 ci ha ammorbato con tutte quelle etichette di Parental Advisory etc… Fortuna vuole che il mio vinile prima stampa abbia la copertina originale. Comunque sia, copertina censurata o no, il disco vale la pena di essere riscoperto, anche se sono sicurissimo che ai lettori di questa pagina non sarà certo sfuggito.
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