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Recensione

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House of Lords – Saints and Sinners – Recensione

13 Settembre 2022 8 Commenti Yuri Picasso

genere: Melodic Rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01. Saints And Sinners
02. House Of The Lord
03. Take It All
04. Road Warrior
05. Mistress Of The Dark
06. Avalanche
07. Roll Like Thunder
08. Razzle Dazzle
09. Dreamin It All
10. Takin My Heart Back
11. Angels Fallen

Formazione:

ames Christian (Vocals, Guitars); Jimi Bell (Guitars); Mark Mangold (Keyboards); Johan Koleberg (Drums)

 

Tornano gli House of Lords capeggiati dalla propria vera anima nonché singer James Christian, coadiuvato dall’oramai fido (e ottimo) chitarrista Jimi Bell e da un vecchio nuovo pezzo da 90, Mark Mangold ai tasti d’avorio. Il nuovo percorso degli HOL si è fatto strada dal 2006 ad oggi gremendosi di dischi talvolta giustificati dalla sola natura consumistica della musica odierna non omettendo saltuariamente una qualità generale elevata (basti pensare a ‘Come To My Kingdom’ o ‘Cartesian Dreams’).
Forse la presenza di Mangold ha risvegliato in parte un vecchio gusto ed una trascurata ispirazione per un certo pomp rock d’annata, a tratti anche old fashioned rimembrante i Touch di cui Mangold ne è stata la mente. Un passo avanti rispetto al deludente ‘New World New Eyes’ di 2 anni fa.

Partiamo con la Title track, decisa e grintosa, dall’appeal diretto, in bilico tra melodic e pomp grazie ad una sapiente e variabile dinamica coronata come da tradizione con un ottimo assolo aperto dalle tastiere di Mangold e chiuso dalla 6 corde di Bell. “House of the Lord” aperta dai ricercati suoni del suo tastierista si inoltra in territori progressive/pomp per sfociare in un chorus ad ampio respiro. ‘Take It All’, pezzo assolutamente riuscito, sembra confermare la ricerca di trame efficaci e non banali; giocando con i suoni Mangold aiuta nel formare strutture imprevedibili e “old school”. Siamo al terzo pezzo e il contributo dell’ex Drive She Said tra le altre sembrerebbe autorevole. Trascurabile la cavalcata ‘Road Warrior’, arriviamo alla cadenzata ‘Mistress of The Dark’ impreziosita dal contributo sempre più efficace dei tasti bianchi e neri. ‘Avalanche’ è un lento intenso dove l’interpretazione sentita di James fa la differenza.

Peccato nella seconda parte del disco si cada in una formula meno sgargiante e più scontata, dove solo gli inserti strumentali arricchiscono brani non brutti, ma intuibili. “Razzle Duzzle” e “Dreamin It All” suonano come up tempo distinti per carica adrenalinica. Chiude il disco “Angels Fallin”, mid tempo anonimo, piuttosto piatto nonostante il mestiere di Christian metta mostra delle sue intatte capacità lungo il ritornello. Migliorata la produzione rispetto alle ultime uscite, James Christian persiste a cantare come se il tempo si fosse fermato a 15/20 anni fa. Un plauso dedicato al talento sempre verde chiamato Mark Mangold, complice e partner di un disco riuscito. Non saremo sui livelli del trittico aperto da ‘World Upside Down’, detto ciò, consiglio vivamente un attento ascolto a ‘Saints and Sinners’

© 2022, Yuri Picasso. All rights reserved.

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