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Bad Baron – Ace Of Hearts – Recensione

24 Agosto 2022 3 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2022
etichetta: Pride & Joy

Tracklist:

1. Edge Of Your Dreams, 2. Can You Love Someone. 3. Breakdown In Communication, 4. Hungry, 5. Rebel Heartache, 6. Lights Go Out, 7. Interlude, 8. Our Story Isn’t Over, 9. Going Down In Flames, 10. Rock In The City, 11. One Minute to Midnight, 12. Long Road Home, 13. Anthem Of Rock ‘N’ Roll

Formazione:

Lauri Huovinen: voce e basso
Tommy Widdow: chitarra
Sammy South: batteria
Alex Kron: tastiere

 

A pochi mesi dall’uscita di “The Early Years: 2021-2022” (QUI la recensione), contenente le canzoni lanciate sul mercato tra il 2021 ed inizio 2022, ecco messo sul tavolo di gioco “l’asso di cuori”. “Ace of hearts” (appunto), in uscita il 26 agosto, tramite la label Pride & Joy, è il primo album degli scandinavi Bad Baron ed è composto di ben tredici canzoni. La proposta musicale è quella collaudata nel primo EP e va ripercorrere le grandi sonorità rock degli anni Ottanta.

Si parte in grande stile con “Edge of our dreams”, canzone costruita su un bel tappeto di tastiere e che raggiunge la vetta nel ficcante ritornello. Degno di nota in tutta la release è il massiccio lavoro alle tastiere del britannico Alex Kron. La bella “Can You love someone”, primo singolo, è la riprova lampante del gusto eighteen dei quattro ragazzi scandinavi. “Breakdown in communication” si stampa facilmente in testa grazie ad un simpatico ritornello, caratteristica che troviamo anche nel “tik tok, tik tok” presente in “One minute to midnight”. La struttura di “Our Story Isn’t Over” ricorda i Def Leppard anche se il ritornello non ha tutti i contro-cori della band di Joe Eliott, mentre “Rock in the city” è una esplosione di tastiere.

Il restante lotto di canzoni scopre le altre carte del mazzo: da “Hungry” alla ridondante “Lights go out”, da “Rebel in heartache” alla ritmica “Going down in flames”. L’apice dell’album si raggiunge al capolinea dello stesso; “Anthem Of Rock ‘N’ Roll” è un vero inno con tanto di inserzioni celtiche. Una canzone che ha tutto per avere successo in sede live. Capitolo a parte per “Long road home” che ha troppe assonanze a “Heart of stone” di Cher, una carta del mazzo mal giocata.

© 2022, Giulio Burato. All rights reserved.

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