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Recensione

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Palace – One 4 the road – Recensione

08 Luglio 2022 5 Commenti Vittorio Mortara

genere: Melodic Rock / AOR
anno: 2022
etichetta: Frontiers

Tracklist:

1. Fifteen Minutes
2. Westbound
3. Too Old For This
4. Money Can Kill
5. The Driver
6. Time Crisis
7. Facing The Music
8. World Gone Mad
9. Living The Life
10. Cancel The Flight
11. Loneliest Night

Formazione:

Michael Palace all instruments and vocals

 

Ragazzi, ma quanto è facile recensire un disco di Michael Palace? A cominciare dalla formazione: il ragazzo svedese di origini lituane suona tutti gli strumenti, canta, registra, mixa e produce. Alla Frontiers non resta che stampare i CD! Assolutamente semplice è anche raccontarvi della musica che fa: AOR vecchia scuola, con massicce dosi di tastiere ed i refrain al centro dell’attenzione. Musica piacevole e suonata con perizia. Non una canzone alla quale si possa muovere una critica seria. Disco dell’anno, quindi? Beh, questo no. E’ vero che nessuna canzone presta il fianco a particolari critiche, ma altrettanto vero è che nessun pezzo fa esaltare l’ascoltatore per originalità o virtuosismi o carica adrenalinica. Insomma è un disco da ascoltare in rilassatezza e positività. Ti fa compagnia per un’oretta e, alla fine, ti ricordi pure qualche ritornello. Tanto che ti riproponi di riascoltarlo quanto prima.

Si prenda ad esempio l’iniziale “Fifteen minutes”, anthemica e corroborante. Ma anche la successiva “Westbound”, un pezzo di classico AOR all’americana, ben ritmato e dal ritornello furbetto. “Too old for this” ci porta indietro di trent’anni buoni e quello stacchetto all’altezza del solo qualche brividino ce lo fa provare… La hard “Money can kill” mi ricorda un po’, con le dovute proporzioni, Zebra e China Rain. Il lento “The driver” flirta con il pop ed il country, mentre “Time crisis” mi ricorda alcune vecchie cose di Kane Roberts, soprattutto per l’intonazione di Michael. Ancora AOR, stavolta di matrice cantautorale, in “Facing the music”. “World gone mad” prende spunto dalle band americane di inizio ’90 e punta tutto sul bel refrain. Pop rock moderno, perfettamente in bilico fra Imagine Dragons e Harem Scarem, viene profuso a piene mani sulla piacevolissima “World gone mad” per poi solcare nuovamente linee classicamente tardo ottantine con “Cancel the flight”. E così, quasi senza nemmeno accorgercene, stiamo già ascoltando la conclusiva “Loneliest night” anch’essa fortemente contaminata dal pop degli anni 2000.

Michael Palace non ha la voce più estesa e riconoscibile del mondo, però è intonato e gradevole. Non è l’erede di Eddie Van Halen o Greg Giuffria, ma suona piuttosto bene sia chitarra che tastiere. E se la cava discretamente anche con la sezione ritmica. Non ha il tocco magico di Richie Zito o Mutt Lange, però riesce a tirare fuori i suoni in maniera più che decorosa. E così “One 4 the road” non è il disco dell’anno, ma sono sicuro che sarà uno di quelli che riascolterò più volentieri nei momenti di magra delle uscite in campo melodic rock. E vi consiglio di fare altrettanto.

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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