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05 Luglio 2022 Comment Alberto Rozza
genere: Modern rock
anno: 2022
etichetta: Frontiers
Tracklist:
1. Atreyu
2. The Nowhere Man
3. Blind Love
4. The Sinner
5. Snow White (At The End Of The World)
6. Evergarden
7. Fiona
8. Together
9. Atomic Heart
10. Invincible
11. Hope
Formazione:
Isra Ramos - Vocals
Alberto Román - Guitars
Jordi Costa - Guitars
Jared Camps - Bass
Joel Marco – Drums
Ospiti:
Ronnie Romero – Vocals
Contatti:
Facebook: https://www.facebook.com/gracebandoff
Sito: http://www.graceband.space
In questa calda estate, in uscita il nuovo progetto rock del prolifico cantante e compositore spagnolo Isra Ramos, pronto a scrivere una nuova pagina del metal iberico.
Sonorità elettroniche e atmosfere misteriose accompagnano l’opening track “Atreyu”, a combinare il metal e il pop, risultando complessivamente un brano riuscito e compatto. “The Nowhere Man” continua sulla stessa linea del pezzo precedente, con un mix tutto sommato azzeccato di modernità e fraseggi metal. L’elettronica, i virtuosismi chitarristici e la dolcezza del pianoforte si fondono perfettamente in “Blind Love”, pezzo sentimentale e godibile che convince sin dal primo ascolto. “The Sinner” presenta una trama più canonica, sempre influenzata dalle sonorità dei grandi del genere, ma senza mai osare qualcosa in più. Usciamo per un attimo dal mood dell’album per godere della leggera “Snow White (At The End Of The World)”, popeggiante e melodica, che in alcuni passaggi ricorda altre grandi cavalcate contemporanee. “Evergarden” (con la collaborazione di Ronnie Romero) torna nello stile dei brani precedenti, sempre arrembando e ammiccando ad alcune componenti musicali tipiche dei Muse (influenza facilmente riconoscibile in tutto il lavoro). Passa veloce e lieta la dolce “Fiona”, sentimentale e profonda canzone d’amore, che apre le porte alla sfrenata “Together”, pestata e tagliente, sempre sul filo del rasoio tra il metal e il pop, tra moderno e il passato.
Poco resta da dire sull’accoppiata “Atomic Heart” e “Invincible”, sempre profondamente emotive, sempre con un ampio uso dell’elettronica, a fortificare le tesi sul “marchio di fabbrica” di Isra Ramos in questo album. Le danze si chiudono con la title track “Hope”, breve brano acustico chitarra e voce, che ci consegna un lavoro sicuramente convinto, dalle caratteristiche ben delineate e perseguite fino in fondo, ma che a tratti paga troppo la vicinanza con le band dalle quali l’autore ha attinto sonorità e stilemi.
© 2022, Alberto Rozza. All rights reserved.
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