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07 Luglio 2022 12 Commenti Giulio Burato
genere: Aor
anno: 2022
etichetta: self released
Tracklist:
Formazione:
Jesus Espin : vocals
Ivan Gonzalez : guitars
Francisco J. Paco Cerezo : guitars
Antonio M. Ruiz : bass
Mario Mallo Martinez : drums
David Koto : keyboards
thanks to: https://www.melodicrockarchive.com/
Ospiti:
Robin Beck (vocals)
Prima mia recensione di una band spagnola. Era dal 2019, in cui uscii il bellissimo EP intitolato “Starting all over”, che attendevo un album completo dalla band di Murcia; ed è proprio dalle canzoni che lo compongono che si articola questo “Back in the game”, titolo con chiari intenti del rimettersi in careggiata, dopo diversi anni e diversi ottimi singoli, qui presenti.
Questo album è infatti ricco di grandi canzoni; fossero uscite sotto il nome altisonante di qualche band storica del rock, ora farebbero a botte nelle classifiche di mezzo mondo.
Non esagero infatti nel dire che questi musicisti ci sanno proprio fare, per idee e melodie, sempre azzeccate e ficcanti.
Si parte con una delle perle di questa band che si rifà in buona parte ad un AOR “muscolare”; “Starting alla over” è una canzone semplicemente perfetta con un ritornello che sale, e ancora sale a toccare il cielo. Non da meno la seconda traccia “Perfect Rhyme” devota ai primissimi Bon Jovi con quel giro di piano che tanto li ricorda. La purezza e freschezza di “Nothing left for us” mi porta a pensare ad un mix tra Alias e Nelson, un paragone prestigioso che la band spagnola dimostra di meritare; bel lavoro alle chitarre. Non finiscono però le sorprese; la quarta traccia, una ballad, fa impallidire la concorrenza; piano bonjoviano in sottofondo con un crescendo che va a braccetto con la pelle d’oca. Ebbene sì, “Something about you” è un vero gioiello! Carica ed energica “All for love”, mentre “I am the one” ha note di chitarra care ai Van Halen; quest’ultima canzone chiude le canzoni già presenti nell’ EP del 2019.
Giro di vite, dunque, dalla settima traccia col nuovo materiale. “Sunrise of your love” è una canzone dinamica con un flavour americaneggiante, solare come il suo titolo. Segue “Once in a lifetime” che piazza un altro chorus ben riuscito. La title-track ha una chiara matrice country nel suo incedere chitarristico. Semplice ma ben confezionata “Reach higher” che sprizza energia nella sua parte strumentale posta a fine minutaggio. Stupisce la delicatezza e l’efficacia di “Love and learn” canzone che potrebbe idealmente essere inserita in un album intitolato “These days”, senza nominarne la band. “Fuck me up” è una centrifuga di Tangier e Trixter degli anni’80, mentre la successiva “The way to your heart” piacerebbe al buon Bryan Adams. Si chiude con “Nothing I Wouldn’t Do For You” che è una rivisitazione della bellissima quarta traccia; ospite vocale la grandiosa Robin Beck. Da brividi.
Conclusioni:
Dannatamente bravi e sorprendenti.
Non aggiungo altro se non una simpatica nota sul mio voto; mi sono fatto influenzare e l’ho dato prendendo spunto, anche, dal loro nome.
“Gioco, set, partita!”
Cit.
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