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NEW RETRO WAVE. PIU’ ANNI 80 DEGLI ANNI 80.

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NEW RETRO WAVE. PIU’ ANNI 80 DEGLI ANNI 80.

13 Maggio 2022 7 Commenti Leonardo "Lovechaser" Mezzetti

La fama planetaria ha avuto inizio con Drive, uscito nel 2011. Un autentico gioiello cinematografico di violenza e romanticismo, dove la sublime fotografia di Newton Thomas Sigel, strabordante di luci e colori, riporta lo spettatore nel pieno degli anni Ottanta. Ma gli embrioni della New Retro Wave brillavano di vita già da qualche tempo. Gli anni Ottanta erano tornati. Coloro che erano nati negli anni Ottanta avevano riscoperto gli anni Ottanta. E li avevano fatti diventare più anni Ottanta degli anni Ottanta stessi. Alcuni generi capisaldi degli Eighties (synth pop, new wave, new romantic) erano stati assorbiti ed espansi, i modelli raggiunti e superati. Su questo simulacro era così nato un nuovo genere, appunto la New Retro Wave, chiamata anche Dreamwave, o Synthwave, che rievocava il sognante universo immaginifico di un decennio magico, visto con gli occhi dei bambini di allora.
Oltre a Drive, ricordiamo ampi sfondi di Dreamwave in Stranger Things, Turbo Kid, Kung Fury, Moonbeam City, l’episodio San Junipero di Black Mirror, o i videogiochi come Hotline Miami, Neon Drive, Retro City Rampage e New Retro Arcade.

Si tratta di una nuova tendenza musicale che, a differenza di quanto è accaduto con altre tendenza del passato, non si fonda sulla prossimità fisica o su una città precisa, come New York, o Londra, ma addirittura sull’immateriale, sull’astratto: si fonda su un nostalgico, sognante paradiso perduto.
Ma stiamo parlando solo di musica? No, affatto. Stiamo parlando di molto, molto di più. La New Retro Wave afferra il tuo inconscio, i tuoi ricordi, la tua infanzia, mette tutto dentro un dannato frullatore e ti restituisce un orizzonte perduto, fatto di colori fluo e sintetizzatori. Questa musica vede il presente e il quotidiano come una realtà che non interessa e che deve essere rifiutata. L’obiettivo è creare un presente alternativo, sulle ceneri di un tempo che sembrava svanito per sempre.

La Dreamwave riesce a dare nuovamente vita agli anni Ottanta, una versione elaborata e sofisticata degli anni Ottanta, come fossero una nuova Isola che non c’è (..o meglio che non c’era fino a quel momento!) e noi tanti, sognanti, Peter Pan che la intravedono delinearsi all’orizzonte. L’universo che la New Retro Wave vuole rievocare è un universo vivido, molto potente, e ancora pulsante. Il passare del tempo non lo ha scalfito. Anzi, succede che l’inconscio e i ricordi sobbalzano quando passano certe immagini. Le lancette fanno un balzo indietro nel tempo di trent’anni, come se nella memoria si potesse percorrere una distesa e soleggiata Ocean Drive, quando tutto era ordinato, pulito e colorato, e noi potevano guardare il mondo con gli occhi della giovinezza.
Gli anni Ottanta erano e magicamente tornano ad essere un paradiso pronto ad accoglierci. Rocky che corre sulla spiaggia con Apollo, la breakdance, i pattini a rotelle e lo skateboard, la BMX, Cindy Crawford, Tony Montana e Mannie in Scarface, Miami Vice. E più l’Ocean Drive scorre, più veniamo nuovamente travolti ed abbagliati dai neon e dalle insegne brillanti dei Cinema di allora. E’ di nuovo tutto lì, davanti ai nostri occhi. Star Wars, E.T, Indiana Jones, Batman, i Goonies, Ritorno al Futuro, Robocop, Rambo, Arma Letale, e così via. E, ancora, avete presente la mitica scena di Terminator, dove Schwarzy rade al suole il distretto di polizia e uccide tutti i poliziotti? Ebbene, il sound in sottofondo è estremamente Dreamwave.. E sempre citando Terminator.. (si capisce che sale sul mio podio cinematografico di sempre?) vi ricordate alla fine cosa urla il bambino accorgendosi delle nuvole che stanno arrivando nel cielo? “Mira, mira, viene una tormenta!”. E’ esattamente quello che è accaduto nella realtà, alla fine di quel magico decennio. Nessuno immaginava che di lì a poco il futuro potesse ribaltare la realtà in modo tanto nefasto e deprimente. Ma noi siamo ancora qui, altri no. E siccome noi siamo qui, quel paradiso perduto ce lo andiamo a riprendere!

La nostalgia degli anni Ottanta è molto di più di un revival passeggero, ormai è un vero e proprio caposaldo del mondo di oggi. È un fenomeno nato tra le pieghe del web e partorito dalla fantasia e dalla creatività di artisti con la speleologia musicale scolpita nel cuore e scintillante di rosa fluo. In qualche anno la New Retro Wave ha assunto la dimensione di un fenomeno di portata planetaria. Un artista come Perturbator dalla colonna sonora di Hotline Miami è arrivato a diventare un nome di punta in vari festival, tra cui quelli metal, gli autori della colonna sonora di Stranger Things sono finiti sui palchi del Primavera Sound, e i The Midnight e gli FM84 fanno sold out a Los Angeles, in un locale come il Globe Theatre.
Ma esiste un luogo, seppur immateriale, a metà strada tra realtà e sogno, dove l’universo della New Retro Wave prende forma, e dove per certi versi ha visto la luce: il canale New Retro Wave.
Nato nel 2011 come semplice aggregatore di brani Dreamwave, per il suo fondatore Ten NRW è sempre stato un progetto che nell’arco di qualche anno ha finito per diventare una vera e propria piattaforma multi sfaccettata. Il canale You Tube ha superato abbondantemente il mezzo milione di iscritti, il sito NewRetroWave ha una sezione Music, una Art & Photography e addirittura un negozio online per acquistare il merch ufficiale. In una recente intervista è lo stesso Ten a raccontare: “.. questo meccanismo è in azione da prima che il fenomeno della Synthwave arrivasse ad una coerenza. La gente cominciò ad interessarsi ai generi anni Ottanta come la new disco o la french house, magari un po’ di retro electro. Da questa scoperta il passaggio fondamentale fu il campionamento. I ragazzi appassionati iniziarono a campionare quelle basi, quei suoni così profondamente Eighties, e li usarono per creare qualcosa di nuovo”. Secondo Ten, la svolta decisiva della Synthwave fu proprio questa inversione di prospettiva. L’abbandono del sampling Eighties per creare qualcosa di nuovo, per creare materiale che suonasse anni Ottanta ma che rispettasse generi e regole contemporanei.

 

 

 

“Artisti come College o Futurecop furono tra i primi a comporre musica quasi revivalista, con quel retrogusto nostalgico eppure con un sound personale. E quello è il nucleo dell’intero movimento, il cuore pulsante della Synthwave: la musica che ogni giorno gli artisti creano e condividono. Io sono arrivato solo nel 2011 e ho aperto il canale, ma il materiale era già tutto lì. Musicalmente, ma anche in termini di immagini e video, perché questo è un genere che ha una fortissima impronta visiva”. Abbiamo già citato Drive come un fulgido simulacro cinematografico della New Retro Wave. Ebbene, oltre ai College, là dentro c’era anche Kavinsky, e “la sua Nightcall cambiò le regole del gioco, portando un numero incredibile di persone a contatto con quel sound su You Tube. Fu lì che cominciò a crearsi una domanda per questi suoni, e io aprii New Retro Wave proprio in quel momento”, racconta ancora Ten.
E se la New Retro Wave è esplosa in un lasso di tempo relativamente breve ed è ancora adesso un fenomeno in fase embrionale, è lo stesso Ten che si domanda dove potrà arrivare tra cinque o dieci anni. Beh, quasi non lo vogliamo sapere, ma al solo pensiero i nostri cuori Eighties sussultano. Certamente la cosa più bella e figa che possiamo fare, oggi, è goderci i meravigliosi pezzi che la New Retro Wave ci sta regalando. Mi piace pensare di essere stato fortunato ad aver potuto seguire il suo maestoso evolversi fin dagli esordi. Correva l’anno 2011 quando ebbi il primo contatto con il mondo della New Retro Wave. Al cinema avevo visto Drive, imperniato di quella magica atmosfera Eighties, e avevo potuto conoscere le bellissime Real Hero dei College e Nightcall di Kavinsky. Ma eravamo ancora ai primordi della New Retro Wave.
La vera tempesta mi investì due anni più tardi, quando conobbi uno dei punti più alti della Dreamwave. Nell’estate del 2013, infatti, scoprii qualcosa di meraviglioso nelle pieghe nascoste di internet. Si trattava di un album di demos di una sconosciuta cantante greca di nome Kristine. Mi ricordo ancora le parole usate dal sito per lanciare Kristine.
Get a ride in your DeLorean and enjoy her demos!
Fu esattamente così! Un tripudio di sintetizzatori e batterie elettroniche, un’atmosfera anni Ottanta come non mi capitava di percepire da anni. Sensazioni che l’AOR e l’Hair Metal ormai non mi trasmettevano più, come più volte ho scritto sulle pagine di melodicrock.it. Generi questi che da tempo mi lasciavano la netta sensazione di essere mostri sacri che stancamente si trascinano lungo il viale del tramonto, tra vane nostalgie ormai prive di dirompenza e “bolliti” tentativi di rinnovarsi miseramente destinati a fallire.
Nei pezzi di Kristine, invece, tutto sapeva di anni Ottanta. Ti riportavano indietro di almeno trent’anni. Intendo proprio dire fisicamente. Quei pezzi prendevano il tuo corpo e lo riportavano nel 1985. L’ultima volta che avevo sentito simili emozioni correva l’anno 2004. Avevo appena scoperto gli Outside Edge, ed era stato amore al primo ascolto.
Quattro anni fa, sulle pagine di melodicrock.it, in un articolo della sezione Gemme sepolte, avevo inserito proprio gli Outside Edge e il loro Running Hot datato 1986. Avevo descritto il loro AOR come uno “space AOR”, fatto di futuristiche melodie, trasportate da un tappeto di roboanti tastiere. E suggerivo che bastava farsi trasportare da quelle tastiere, salire sulla navicella spaziale e correre tra le galassie. Ebbene oggi posso dire che tra le galassie, in uno scintillante cunicolo temporale, abbiamo trovato la Dreamwave!
Gli Outside Edge sono in assoluto il gruppo che più avvicina l’AOR alla Dreamwave, come uno scontro tra galassie lontane, per dare origine ad una “supernova Eighties” irradiata di magici riflessi rosa fluo. In qualche modo, mi piace pensare che gli Outside Edge possano essere considerati gli antesignani della Dreamwave.
Ho scelto per voi dodici pezzi che a mio parere rappresentano l’Olimpo della Dreamwave, e ve ne parlerò rispettando un rigoroso ordine di uscita, come se fosse una maestosa risalita tra i meandri del tempo di un’anima anni Ottanta tornata a nuova vita.

Se non conoscete appieno la Dreamwave, ascoltare Kristine è senza ombra di dubbio la strada maestra per farsene travolgere. Dal suo unico album, che venne pubblicato nel 2015, vi invito ad ascoltare The Danger. Fu il primo pezzo che ascoltai, e fu subito tempesta! L’incedere martellante della batteria, le tastiere che aprono l’orizzonte, immagini di Top Gun che scorrono nella memoria, e quei cori così dannatamente anni Ottanta che sfumano nel finale.. goduria Eighites totale!
Kristine ci ha anche regalato The Deepest Blue, pezzo in origine non compreso nei demos, ma uscito successivamente come singolo e poi pubblicato all’interno dell’album. Nelle estati successive The Deepest Blue è stata la sognante colonna sonora delle mie vacanze in barca, accompagnandomi dalla Sicilia alla Puglia, dalla Grecia a Ponza, mentre lo sconfinato blu del mare mi circondava e i gabbiani volavano alti nel cielo. Vorrei anche ricordare che Kristine ha collaborato con i Crazy Lixx nella realizzazione della loro bellissima Walk The Wire.
Right Back to You degli Electric Youth rappresenta un altro incredibile salto nel 1985. Il video del pezzo è costruito sul film Il Giorno della Luna Nera, e mostra una giovane Linda Hamilton sfrecciare alle 300 miglia all’ora a bordo del veicolo chiamato Luna Nera, tra le strade di una notturna Los Angeles.
Magic degli Fm Attack è un pezzo del 2013 cantato da Kristine. Gira un video fatto con immagini di videogiochi degli anni Ottanta prese da svariati film. Bastano quelle immagini e quella tastiera così Eighties ad introdurre il pezzo e la voce sognante di Kristine a costruire attorno a noi un romantico e nostalgico caleidoscopio di ricordi di infanzia.
Days Of Thunder dei The Midnight è a mio parere uno dei pezzi più rappresentativi della Dreamwave. Uscito nel 2014, Days Of Thunder rappresenta un vero e proprio salto indietro nel tempo. Il sax trasporta lontano, e riesce a catturare lo spirito di un tempo perduto, in cui il mondo sognava un futuro paradisiaco, e sembrava che quei giorni di tuono non dovessero finire mai..
Nel 2015 esce Take Me Back dei Kalax, e qui arriva un altro classico della Dreamwave. Il coro Take me back to 1984 I can not stand the future anymore è una vera e propria bomba Dreamwave, ed è da cantare a squarciagola in cabrio, mentre si sfreccia in piena notte per le strade della città! Io l’ho fatto, e si ritorna veramente al 1984!
Dana Jean Phoenix è un’altra regina della Dreamwave. Le Mirage è un pezzo uscito nel 2016, ma in realtà vi riporta in piena estate ’85. Siete sdraiati su una calda spiaggia di Malibu, e davanti a voi il sole sta tramontando, lanciando riflessi dorati sul mare..

Nel 2017 esce Bad Dream Baby dei September 87. Riguardo a questo pezzo, ricordo un paio di commenti su YouTube che recitavano circa Retrowave is the best thing that has happened the music industry since the 80’s, e When it’s more 80’s than the 80’s. Andando a rievocare tra le mie memorie AOR, il pezzo potrebbe ricordarmi i migliori Haywire. Più anni Ottanta degli anni Ottanta, appunto.
I Wolfclub fanno uscire la loro Had To Get To You nel 2018. Qui siamo ai livelli più alti della Dreamwave. C’è tutto. Grinta, romanticismo, e vena malinconica. Un mix perfetto che ci riporta a metà anni Ottanta, ancora una volta. Un coro spettacolare, che praticamente tutti i gruppi AOR in attività oggi pagherebbero a peso d’oro!
Nel 2019 i LeBrock escono con la spettacolare Takes All Night. Ma i LeBrock sono attivi già dal 2016 con album di grandissimo impatto, tastiere a profusione e cori che sembrano scolpiti negli Eighties. I LeBrock sono senza dubbio il massimo punto di congiunzione tra la Dreamwave e l’Hair Metal di leppardeggiante memoria. Proprio la chitarra nel finale di Takes All Night spalanca una specie di tunnel spazio temporale, e se lo percorriamo tutto ci troviamo nel 1986.

Arriviamo al 2021, l’anno che ci siamo lasciati alle spalle. Ebbene, da questo 2021 io porto con me due pezzi che si collocano forse tra le prime posizioni di sempre nella mia classifica Dreamwave.
Come nel caso di Had To Get To You, anche City Nights dei Dryve spara un coro che molti gruppi AOR di oggi invidierebbero fino a torcersi lo stomaco. Melodico, romantico, intenso, e dannatamente anni Ottanta.
Come Alive di Ace Buchannon e cantata da Anna Moore rappresenta un altro altissimo punto di Dreamwave. Il sax è una potenza, ti entra in testa fin dai primi secondi di ascolto, ed immediatamente ti trasporta a Miami Beach, nel giugno del 1987. In cabrio stai sfrecciando sull’Ocean Drive, lo sguardo si perde lungo l’Oceano Atlantico, e alla radio Ronald Reagan pronuncia le storiche parole davanti alla porta di Brandeburgo “Mr Gorbacev, tear down this wall!”.
Inoltre è uscito da non molto il nuovo album dei Midnight Danger. Out in The City Lights è un bellissimo pezzo cantato da Danny Rexon dei Crazy Lixx e addirittura da un vecchio mito anni Ottanta come Kane Roberts. Il melodic Hair Metal ispirato alla seconda metà degli anni Ottanta è come un vecchio leone tramortito e annebbiato dalle polveri del tempo. Ha un dannato bisogno di nuova linfa vitale. E’ forse un caso che Danny Rexon dei Crazy Lixx, forse l’unico gruppo top di adesso, oltre ad aver collaborato con Kristine qualche anno fa, come abbiamo già detto, si sia lanciato adesso in questa avventura?
Cosi, nel 2022.. che la galassia Dreamwave stia per impattare la galassia Hair Metal.. per dare luogo ad un Big Bang più anni Ottanta degli anni Ottanta stessi?? A quel punto potremmo anche morire felici..

© 2022, Leonardo “Lovechaser” Mezzetti. All rights reserved.

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