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John Waite – Anything – Recensione

09 Maggio 2022 3 Commenti Vittorio Mortara

genere: Rock
anno: 2022
etichetta: No Brake Records

Tracklist:

1 – Anything
2 – Lifeguard
3 – Grenadine
4 – Darling
5 . Masters Of War

Formazione:

John Waite - Voce
Tim Hogan – Basso
Mark Ricciardi – Chitarra
Rodger Carter – Batteria
Kyle Cook – Chitarra

 

Permettetemi questa piccola digressione per un artista che amo e che ultimamente suona musica che solo marginalmente tocca i gusti dei lettori di queste righe. John Waite è l’unico cantante che i Journey abbiano mai avuto dopo il grandissimo Steve Perry. Si, è vero, si chiamavano Bad English a quei tempi, ma i loro due dischi valgono più di tutti quelli cantati da Augeri e Pineda messi assieme. Timbro particolarissimo e magistrali doti interpretative, John, per il sottoscritto, ha un dono non comune: nonostante il mio inglese meno che scolastico, la maggior parte delle volte riesco a capire ogni parola dei testi che canta. La sua carriera nei Babys e quella da solista sono costellate di capolavori scritti da lui con o senza cosongwriters di grido, e penso che, bene o male, li conosciate tutti. Da qualche album a questa parte il singer di Lancaster (UK) si è dedicato a composizioni più intimistiche, essenzialmente acustiche, ma comunque di pregio assoluto. Dopo alcuni anni di silenzio, da alle stampe tramite la sua No Brakes Records questo pugno di canzoni sotto forma di un EP intitolato “Anything”. E la magia si ripete. Nulla di nuovo: pezzi unplugged, suonati da una band di amici musicisti pressoché sconosciuti al nostro pubblico, e non certo registrati con budget milionari. Però, ragazzi miei, che classe! Che sentimento!
A partire da “Anything” (la canzone), ballatona romantica sulla scia delle varie “New york city girl” e “If you ever get lonely”. Una base di chitarra ripetitiva, parole romantiche ed ecco servita “Lifeguard”, altro esempio di soft rock cantautorale di stampo americano ai massimi liveli. Altissimo grado dolcezza per “Grenadine”, forse per tenere fede al titolo. Mentre “Darling” ricorda più una versione acustica delle cose con i Bad English. Posta in chiusura, “Masters of war” è invece il pezzo dalle tonalità più scure e drammatiche, trattando un argomento tristemente attuale come la guerra.
Ok, è solo un Ep. Ok, è la solita roba acustica dell’ultimo John Waite. Però a me piace un sacco,e volevo dirvelo. Buon ascolto a tutti i fans come me.

© 2022, Vittorio Mortara. All rights reserved.

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