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Recensione

75/100

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Axel Rudi Pell – Lost XXIII – Recensione

24 Aprile 2022 6 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Heavy Metal
anno: 2022
etichetta: SPV Steamhammer

Tracklist:

1. Lost XXIII Prequel (Intro) 01:47
2. Survive 05:02
3. No Compromise 04:57
4. Down On The Streets 04:46
5. Gone With The Wind 08:56
6. Freight Train 06:08
7. Follow The Beast 05:02
8. Fly With Me 05:42
9. The Rise Of Ankhoor 03:48
10. Lost XXIII 08:35

Formazione:

Johnny Gioeli (Voce)
Axel Rudi Pell (Chitarra)
Ferdy Doernberg (Tastiera)
Volker Krawczak (Basso)
Bobby Rondinelli (Batteria)

Contatti:

www.axel-rudi-pell.de
https://www.facebook.com/axelrudipellofficial/
https://www.facebook.com/steamhammerofficial

 

Dopo svariati anni di immobilismo compositivo, appaiono oggi giganteschi i passi avanti fatti dagli Axel Rudi Pell con il loro nuovo album in studio Lost XXIII, un disco finalmente capace di proporre quel qualcosa in grado di riaccendere l’interesse dei fans (che era andato inesorabilmente a scemare mano a mano che si susseguivano anni fatti di canzoni sempre troppo uguali), e di presentare qualche motivo in più di interesse per gli amanti del genere heavy metal a cavallo tra lo stile teutonico, quello virtuoso, e l’hard ‘n’ heavy.

Quasi trentatrè anni di carriera parlano chiaro sull’importanza di questa storica realtà metal di Bochum, e capirete come di fronte a un tale successo discografico ogni critica possa passare automaticamente in secondo piano. Ma è altresì vero che da una quindicina di anni a questa parte, o meglio dall’uscita dell’ultimo capolavoro Mystica in poi (parliamo del 2006), il trito e ritrito e il copia-incolla sembravano essere diventati la via più semplice e usuale ogni qual volta la band si dovesse approcciare alla composizione di un nuovo pezzo. Oggi, seppur con alti e bassi, riusciamo finalmente a trovare un quid tra le dieci canzoni che compongono questo platter, e appare evidente lo sforzo del leader Pell nel fornire ai suoi musicisti, fronteggiati dal sempre bravo cantante Johnny Gioeli, delle tracce complete e capaci di far brillare tutte le loro doti e capacità.

Così, dopo la abituale intro di apertura, ecco già che il singolo Survive appare in grado di suonare come una opener più efficente delle recenti passate, nonostante sia penalizzata dal drumming troppo monotono del batterista Bobby Rondinelli che, complici anche dei suoni di rullante davvero brutti, non riesce mai a fornire la giusta energia a un pezzo che rimane comunque molto orecchiabile e complessivamente godibile lungo tutti i suoi cinque minuti di durata. Decisamente più riuscite sono invece No Compromise, che ricorda un po’ gli esordi del gruppo e che mette in luce tanto la vocalità di Gioeli quanto il bel riff possente e portante di Axel Rudi Pell, e Down On The Streets, cadenzata ed energica, ben supportata nel tappeto sonoro dal groove dato dai sempre-fedeli Ferdy Doernberg alle tastiere e Volker Krawczak al basso.

Discorso a parte per Gone With The Wind, tipica e riuscita ballad nello stile più Rainbow-oriented degli A.R.P., che appare eccellente per i suoi primi cinque-sei minuti di durata, ma che poi finisce per essere troppo prolissa e ripetuta nella sua interezza, finendo alla lunga per stancare nonostante si avvalga di ottime prestazioni strumentali e di un bell’assolo centrale di Pell. Carine sono poi Freight Train, che ci rimanda ai gloriosi primi anni 2000 dei tedeschi (curioso qui, al termine dell’assolo, un palese rimando ai Queensryche di Another Rainy Night), e Follow The Beast, pezzo tiratissimo di puro heavy metal, ancora penalizzato però da un Rondinelli troppo statico e ripetitivo. Peccato!

Sarà invece punto di forza della prossima raccolta di ballad del tedesco la bellissima Fly With Me, una canzone intensa ed emozionante, che parte come un piano-voce delicato e dolce, perfettamente interpretato da Gioeli, ed esplode poi di energia rock sul ritornello. Da brividi, nonostante il solito deja-vu sul solo di Pell. Piacevoli infine la strumentale The Rise Of Ankhoor e il commiato della title track Lost XXIII, suite un po’ monotona, ma dotata di qualche passaggio di indubbia classe che arricchisce a sprazzi il buon sound di questo platter.

IN CONCLUSIONE

Senza eccessivi proclami, Lost XXIII suona come un buon passo avanti a livello compositivo rispetto le ultime tre o quattro uscite della band tedesca, e lascia finalmente ben sperare sul futuro del gruppo. Purtroppo resta penalizzato da qualche traccia sottotono e da un lavoro di batteria sotto gli standard abituali (forse anche per colpa di una produzione poco incisiva sotto quell’aspetto), ma il progresso c’è, e va premiato.

E voi cosa ne pensate? Attendo la vostra opinione nei commenti! 😉

© 2022, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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