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08 Gennaio 2022 0 Commenti Massimiliano MaxAor Carli
In una nuova intervista con The Daily Derringer Podcast, al bassista Mike Levine delle leggende del Rock canadese Triumph è stato chiesto se gli spettacoli di reunion della band del 2008 allo Sweden Rock Festival e al Rocklahoma fossero stati pensati per essere un riscaldamento per un Tour più ampio o se fossero destinati ad essere gli ultimi concerti in assoluto del gruppo.
“Una volta c’era cattivo sangue tra Rik, Gil ed il sottoscritto, e così decidemmo che doveva finire”, ha risposto il musicista. “Però fra di noi c’era stato pure tanto amore nel corso degli anni, e alla fine abbiamo pensato che non aveva senso che non potessimo continuare a suonare, o almeno essere amici; per cui abbiamo deciso che fosse una buona idea tornare a farlo per alcuni show. Quindi abbiamo ricevuto una chiamata dalla Svezia che diceva: ragazzi, prendereste in considerazione la possibilità di suonare? Hanno letto che Rik, Gil ed io stavamo parlando e stavamo tornando ad andare d’accordo. Così hanno chiamato il nostro agente e ci hanno offerto un sacco di soldi per andare laggiù per esibirci, cosa che abbiamo deciso di fare. E due settimane dopo abbiamo fatto pure il Rocklahoma”.
E ha continuato: “Insomma, i concerti sono andati davvero bene, e abbiamo deciso che forse dovevamo fare un vero e proprio Tour. Quindi gli agenti si sono messi al lavoro e hanno messo in saccoccia un casino di appuntamenti e programmi. Tranne che poi è arrivata la recessione, ed è stato un male per la musica, le Tournèe e tutto il resto, e abbiamo dovuto mettere a riposo tutti i piani. In un paio d’anni – che sono molti per gente con la nostra età – abbiamo alla fine pensato che forse non era più una buona idea. Ci siamo detti che sarebbe un sacco di lavoro e che ci costerebbe un sacco di soldi, più sei mesi della nostra vita solo per prepararci, senza contare di nuovo la vita on the road. Ogni anno comunque riceviamo offerte per andare a suonare, e noi ogni volta diciamo: grazie ma no. Però uno di questi giorni potremmo fare qualcosa…”.
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