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Sainted Sinners – Taste it – Recensione

04 Dicembre 2021 1 Commento Giorgio Barbieri

genere: Hard Rock
anno: 2021
etichetta: Rock Of Angels Records

Tracklist:

1-Against the odds
2- One today
3- The essence of R'N'R
4- Out of control
5- Never back down
6- Good ol'company
7-Down & dirty
8- On and on (Chained)
9- Losing my religion
10-Coffee, whisky & rock'n'roll
11- Heart of stone

Formazione:

Jack Meille (v)
Frank Pané (g)
Ernesto Ghezzi (k)
Rico Bowen (b)
Berci Hirleman (d)

 

Mi sono avvicinato all’ennesimo gruppo del nostro Jack Meille, che ricordiamo essere il frontman di Mantra, Damn Freaks, Norge, ma soprattutto dei capostipiti della nwobhm Tygers of Pan Tang, con una certa preoccupazione mista a curiosità e devo dire che, nonostante lo scetticismo generatomi

dal pezzo ascoltato durante la trasmissione “Rock of Ages” sulla webradio RadioCity Trieste, l’album funziona ed oltre ad essere suonato da Dio, centra in pieno l’immaginario r’n’r che già dalla copertina si respira a pieni polmoni. La band è di prim’ordine e la “lotta” tra la sei corde del vanhaleniano chitarrista

Frank Panè, che già conosciamo per essere un mebro dei Bonfire dal 2015 e i tasti d’avorio del nostro Ernesto Ghezzi, tastierista dei Gotthard, ma anche di Eros Ramazzotti (!), da quel tocco di improvvisazione tipica dell’hard/rock’n’roll, per completare questo talentuosissimo gruppo, ci sono Rico Bowen, bassista americano, che vanta esperienze con Madonna, Paul McCartney e Kid Rock e Berci Hirleman, oramai storico batterista della band fin dagli inizi. Questo è il secondo album registrato dal buon Jack con i Sainted Sinners, dove aveva sostituito un marpione come David Reece e il frontman toscano si cala alla perfezione in quell’hard rock a volte stradaiolo, a volte più patinato, ma pur sempre energico che è il trademark dei Sainted Sinners e nelle undici tracce che compongono il cd, sciorina una prestazione a livelli altissimi, coadiuvato, appunto da un a band in stato di grazia, ma parliamo un pò delle canzoni presenti in questo quarto capitolo della band, non senza sottolineare che il 26 Novembre è uscito il cd in versione digipak che contiene la cover di “Losing my religion” dei R.E.M. come bonus track, mentre per il vinile marmorizzato color whisky, bisognerà aspettare il 22 Febbraio. Si comincia con “Against the odds” ed è subito una bomba, hard rock incalzante, che non solo per il titolo ricorda gli Uriah Heep e Jack valore aggiunto con una prestazione da urlo, se il buongiorno si vede dal mattino, questo album spacca il c..o ai passeri e difatti, si prosegue bene con “One today”, la quale si apre con una citazione del tapping di Vanhaleniana memoria e poi si dipana con un andamento in bilico tra Extreme e Lynch Mob, ancora meglio con “The essence of R’N’R”, il titolo è tutto un programma, da quello che ho capito si parla di diffondere il rock’n’roll “all around the world” e un pezzo così coinvolgente, con un bellissimo riff stoppato/sincopato, fa il suo dovere alla grandissima! Era quasi fisiologico che, dopo un trittico del genere ci fosse un lieve calo, difatti “Out of control” pur con il suo incedere tosto e il bell’assolo centrale di Hammond, a mio parere, rimane il pezzo più anonimo e scorre via senza particolari sussulti, ma l’adrenalina torna a scorrere subito grazie a “Never back down”, hard rock in bilico tra pulsazioni purpleiane e tentazioni ottantiane, e Jack che si traveste, con le dovute proporzioni, da Glenn Hughes e a “Good ol’ company”, veloce saetta in pieno rock’n’roll style con bellissimi assoli, il livello si mantiene discretamente alto anche con le successive “Down & dirty”, dall’andamento più blueseggiante e depravato al punto giusto e con “On and on (Chained)”, che si distacca nettamente dalla canzone precedente, qui siamo in territori decisamente 80s e si sfiora l’aor! Ma ecco la sorpresa che non ti aspetti, beh, una cover dei R.E.M.? E perchè no? Soprattutto se si tratta della straconosciuta “Losing my religion” che ben si presta alla trasposizione in hard rock e qualcuno dirà, ma come, un testo dei R.E.M.? Beh, è un testo che parla di chi perde la pazienza o la ragione per un amore non corrisposto, non certo di religione o chissà quali altri significati nascosti e, permettetemi, ci sta alla grande! Si ritorna a bomba sulle coordinate più sfrontate con “Coffee, Whiskey & Rock‘n Roll”, cosa c’è di più rock’n’roll di un titolo del genere? E qui la parte del leone la fa il piano debordante il quale accompagna uno sfrenato r’n’r che approverebbe anche Tyla, mentre la chiusura dell’album è affidata a “Heart of stone”, ballad acustica che diventa un hard rock cadenzato dal grande pathos e che conferma la mia impressione su Jack, fin da quando l’ho ascoltato per la prima volta con i Mantra: anima da rocker e attitudine da bluesman. Nella bio, la Rock of Angels, etichetta che pubblica “Taste it”, descrive l’album come una fuga dai problemi quotidiani per vivere in libertà, positività mentale e come un insieme di buone vibrazioni come solo il r’n’r può dare, mi sento di sottoscrivere queste parole e aggiungo di approcciarsi a questo disco con una certa apertura mentale, solo così lo può godere appieno; provare per credere, diceva un vecchio spot…

 

© 2021, Giorgio Barbieri. All rights reserved.

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