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15 Dicembre 2021 18 Commenti Samuele Mannini
genere: prog/melodic rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers
Tracklist:
Crazy Enough
High On Deception
Disaster Mindset
In The Shade Of The Masquerade
Shadows On The Wall
Our Brightest Day
My Destination
Run Before We Walk
As Long As You Believe
Dopamine Overflow
Formazione:
Chandler Mogel - Lead vocals
Andrée Theander - Guitars and backing vocals
Linus Abrahamson - Bass
Johan Ludvig Rask - Drums and percussion
André Egbo – Keyboards
Ospiti:
Erik Gafvelin Wiss - Keyboards and programming
Carl Tudén - Drums and percussion
Hugo Lundwall - Bass on ”Run Before We Walk”
Sebastian Freij - Cello on ”Our Brightest Day”
Contatti:
Questi Cap Outrun mi hanno fregato. Non si può fare uscire una bomba del genere a metà dicembre, quando oramai avevo già chiuso la mia top ten dell’anno e scombussolare così le mie solide certezze. Avevo ascoltato distrattamente la title track mentre recensivo un altro disco e fatalmente quelle atmosfere alla Night Flight Orchestra non avevano fatto breccia nel mio cuore, quindi oramai ero tranquillo. Quando successivamente, accingendomi a recensirlo ho avuto modo di ascoltarlo con la dovuta perizia….. succede che sto ancora cercando la mia mascella caduta chissà dove. Quindi prima di apprestarmi ad analizzarlo in profondità vi do un consiglio, mettetevi a vostro agio, caricate il cd e preparatevi all’estasi. Ho sentito gente che gli paragona agli ACT, qualcuno ci sente i Rush e se proprio volete ci potete sentire anche ispirazioni provenienti dai Caligula’s Horse meno duri, ma per me che adoro queste commistioni sonore tra progressive e melodic rock/aor, la band che prepotentemente salta alla memoria sono i The Quest e credetemi, ho aspettato un disco del genere dal 1996 data dell’uscita di Change ( Recensione QUI).
Tutto quello che conosco della band viene dalle scarne note che accompagnano il promo. I Cap Outrun nascono nel 2007 da una idea di Andrée Theander (chitarre) ed Erik Wiss (tastiere), mentre studiavano musica e produzione sonora in Svezia. La band ha pubblicato un EP autoprodotto dal titolo “Influence Grind” (che vi consiglio di ascoltare su You Tube perché merita) nel 2008. Dopo un lungo periodo di pausa Andrée ed Erik hanno deciso di resuscitare la band, con una line-up ora integrata da: Chandler Mogel (Outloud) alla voce, Carl Tudén alla batteria (ex-Creye) e Linus Abrahamson al basso (ex-Constancia).
Quello che questi ragazzi sono riusciti a fare è semplicemente meraviglioso, sono infatti riusciti a mischiare parti strumentali estremamente complesse, articolate ed intelligenti con ritornelli super Catchy tipici della migliore tradizione scandinava e mentre i The Quest esplorano il lato più malinconico di queste sonorità, i Cap Outrun si rivolgono verso una direzione più spensierata e luminosa, non che in certe canzoni manchi l’introspezione, ma è tutto visto con un occhio, passatemi il termine, più ottimista. Ascoltate l’opener Crazy Enough per farvi una idea di quello che vi aspetterà, struttura funkeggiante ed articolata con ritornello al fulmicotone. Della title track ho già detto, melodic rock di impronta scandinava, carino, ma forse il pezzo più scontato del disco. Le vere meraviglie cominciano ad arrivare adesso, la pianistica Disaster Mindset, mischia il prog ad atmosfere intime e delicate, In The Shade Of The Masquerade è veramente The Questiana, ascoltate le aperture e le arie di questa canzone e se non provate una profonda emozione mi dispiace molto per voi. Shadow On The Wall è un gioiellino di più di nove minuti che racchiude il genio di questo combo, giri progressive mediati da inserti vocali preziosi ed il solito ritornello fulminante, 10 e lode. Our Brightest Day, è più riflessiva e soffusa mentre My Destination esplora il lato fusion esplodendo in un ritornello bomba. Estremamente originale la jazzata Run Before We Walk, mentre il prog si fonde ad atmosfere bluesy in As Long As You Believe. Chiude la strumentale Dopamine Overflow, un vero e proprio orgasmo per chi ama queste sonorità e lo dice uno che gli strumentali di solito non li digerisce.
Che dire…. Sono veramente contento di essermi occupato di questo disco, che mi piace in tutto e per tutto. La produzione è soddisfacente pur essendo moderna e Dio solo sa cosa sarebbe potuto essere se affidata ai producer di un tempo, ma è proprio per andare a scovare il pelo nell’uovo di un disco praticamente perfetto che cresce sempre più ad ogni ascolto. In tre giorni oramai l’ho ascoltato 10 volte….beh dai finisco qui e premo play per l’undicesima volta.
© 2021, Samuele Mannini. All rights reserved.
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