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13 Ottobre 2021 20 Commenti Yuri Picasso
genere: Melodic rock
anno: 2021
etichetta: Pride & Joy
Tracklist:
1) Pretty Bizzare (Intro)
2) Beggin’
3) Take Me To The Underground
4) Now Or Never
5) Deer In The Headlights
6) Lonely Hearts In The Night
7) I’m Not Ok
8) Fade Away
9) Break Me Down
10) Turn Around The Sky
11) Hello
12) Tell It To My Heart
Formazione:
Jennifer Crush (v)
Manni McFly (g)
Randy Stardust (g)
Cliff Bourbon (b)
Alexis Rose (d)
Quando un gruppo all’esordio discografico trasmette interessanti qualità artistiche
unite a un immagine magnetica, lievemente seducente da non derubare le orecchie e la testa della
nostra più profonda attenzione, prende coscienza progressivamente della portata delle proprie
possibilità.
Come in un grafico analitico i riscontri positivi sono direttamente proporzionali alla fiducia nelle
proprie capacità e, al contempo, alle pressioni su quello che sarà il capitolo numero 2.
All’indomani del debutto gli addetti ai lavori (e non) erano unanimi nel parlare dei Supernova
Plasmajets, band tedesca di Mannheim, come un quintetto tanto giovane quanto interessante nel
proporre una miscela di hard melodico arricchito da suoni elettronici e sfumature glam,
fronteggiati dalla dotata singer Jennifer Crush.
Coscienti di ciò i nostri si sono presi 4 anni per tirare fuori il proprio possibile apogeo, accasati ora
alla Pride & Joy Music.
Le tastiere pienamente eighties dell’intro “Pretty Bizzarre” aprono le porte alla vera opener,
“Beggin” guidata da un riff di chitarra molto melodico e dal cantato della Crush che alterna strofe
morbide ad un ritornello aggressivo, impetuoso. “Take me To the Underground” è un bel pezzo
cazzuto, nervoso, dove Synth elettronici aggrediscono e arricchiscono la sezione ritmica fino ad
esplodere in un breve assolo sleaze. Ancora headbanging con il ritornello della titletrack; i toni
della strofa sono più cupi, malinconici come nella seguente “Deer in the Headlights” la quale segue
il medesimo copione arricchita da keys in piena tradizione hard&heavy made in USA dei primi anni
90’ ; il singolo “Lonely Hearts in the Night” è ruffiano quanto basta per sperare in qualche
passaggio radiofonico e ammiccare al pubblico più giovane oltre a marcare il lato più sensibile della
band.
Il lato sleazy del gruppo riesce prepotentemente con “Fade Away” e “Turn Around The Sky”;
dirette, senza fronzoli e ricche di spunti individuali atti ad aumentarne le sfumature.
Non pesa l’assenza di un lento che spezzi il ritmo nell’ascolto, grazie alla bravura della Crush nel
disegnare linee vocali dai molteplici colori alternando sentimenti quali veemenza e nostalgia.
Quindi, cosa manca a un disco come “Now Or Never” per sovrastare altre innumerevoli uscite?
2/3 pezzi maggiormente incisivi, dotate di ritornelli e/o strutture killer che non lascino prigionieri.
Nessun ripensamento stilistico (per fortuna), nessun guizzo sorprendente (purtroppo); solo
conferme da parte di un gruppo che si collima nella freschezza di idee e in un’identità policroma
ma ben definita grazie alla capacità del quintetto di amalgamare ingredienti usualmente distanti
tra loro (almeno alle nostre latitudini).
Promossi senza Lode
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