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Recensione Gemma Sepolta

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Gemma Sepolta

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Shooting Star – It’s Not Over – Gemma Sepolta

21 Maggio 2021 8 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock/Aor
anno: 1991
etichetta: JRS Records
ristampe: Renaissance Records 2008

Tracklist:

1 It's Not Over
2 Believe In Me
3 We Can't Wait Forever
4 Rebel With A Cause
5 Dancing On The Edge
6 If You've Got Love
7 Blame It On The Night
8 Get Exited
9 Cold Blooded
10 Compassion

Formazione:

Bass Guitar – Ron Verlin
Drums – Rod Lincoln
Lead Vocals – Keith Mitchell
Guitar, Backing Vocals [Background Vocals] – Van McLain
Keyboards, Backing Vocals [Background Vocals] – Dennis Laffoon

 

Gli Shooting Star sono un gruppo che ha sempre viaggiato sul bordo tra underground e notorietà, con una cerchia di fans che ha permesso al gruppo di rimanere attivo e produrre ad oggi nove lp, senza però riuscire mai a raggiungere la fama a tutto tondo. La storia di questo gruppo è indissolubilmente legata al suo membro fondatore nonché principale compositore Van McLain prematuramente scomparso nel 2018 all’età di 62 anni. Il debutto discografico è datato 1980 e colloca le sue sonorità in un melodic rock vagamente pomp e con i suoi successori andrà a dare forma a quelle sonorità Aor made in Usa che a noi tanto piacciono, toccando i suoi vertici nel 1985 con Silent Scream e con questo It’s Not Over nel 1991. Come in tutte le discografie di un certo pregio, ci sarà sempre chi ama di più un disco rispetto all’altro, ma ho sentito di parlare di It’s Not Over perchè, oltre ad una maggiore affinità per il suo sound, contiene almeno tre potenziali hit che negli anni immediatamente precedenti al 91, in pieno boom commerciale del genere, avrebbero potuto elevare questo disco ad un vero e proprio caposaldo del melodic rock.

In questo lavoro si vanno ad esplorare sonorità che si collocano molto vicino ai Giant e a tratti ai Damn Yankees , con tutti i crismi del genere , dalle chitarre robuste , agli inserti tastieristici e alle spettacolari armonizzazioni vocali, merito proprio del buon McLain e dell’ottimo singer Keith Mitchell.

Si parte con la title track che serve a scaldare i motori, grazie al suo incedere chitarristico e la sua semplice, ma efficace struttura. Segue la catchy e ritmata Believe In Me, che si fa subito strada nella memoria. Terza canzone e primo episodio da fuoriclasse la ballad We Can’t Wait Forever ; a quei tempi appena 18 enne stavo scoprendo il potere magico delle ballads per fare colpo sulle pischellotte dell’ epoca ed il buon Gianni (Rip) della Galleria del Disco di Firenze ,che aveva perfettamente capito l’andazzo, mi aspettava col CD già nel lettore e la traccia ‘giusta’ già selezionata, grazie mille amico mio , ovunque tu sia, mi hai fatto scoprire tanta grande musica! Chiusa parentesi, proseguiamo la disamina con il Rock’n’roll ammiccante di Rebel With A Cause e la seguente Dancing On The Edge, dove nell’intro si ripescano un po’ le atmosfere tastieristiche dei loro inizi, fino a sfociare in un hard di gran classe. Poi un uno due da KO, If You Got Love mid tempo suadente con tutti i crismi dell’hit single, seguito dalla power ballad Blame It On The Night, che a parere di chi scrive è una delle top song del suo genere. Hard rock elettrico perfetto per il live è Get Excited, mentre più immediata e con atmosfere Damn Yankees è Cold Blooded. Chiude il disco un’altra perla di intimismo compositivo ovvero Compassion e se non vi piace questa canzone, non so proprio cosa possiate avere al posto del cuore (cit.).

Insomma un disco che nel marasma di quegli anni è passato inosservato, ma che contiene tutto ciò che può fare felice un amante della melodia a tutto tondo e che vi consiglio caldamente di recuperare insieme ad altri della discografia degli Shooting Star.

 

© 2021, Samuele Mannini. All rights reserved.

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