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Recensione

77/100

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Kreek – Kreek – recensione

10 Marzo 2021 3 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2021
etichetta: Frontiers Music srl

Tracklist:

1. At The Bottom Of Hell
2. Missiles
3. Meet Your Maker
4. Million Dollar Man
5. One Voice
6. Man On My Shoulder
7. Stand Together
8. Down 'N Dirty
9. Get Up
10. You're On Your Own

Formazione:

Antony Ellis - Vocals
Nick Clarke - Guitar
Seb Sweet - Drums
Lee Andrews – Bass

 

Grande ritorno nell’universo hard rock britannico: torna a far parlare di sé Antony Ellis, ex cantante dei Bigfoot, con il suo nuovo progetto Kreek, dalle sonorità pure e dai risvolti interessanti.
Apertura riservata a “At The Bottom Of Hell”, ovattata, dai suoni vintage, calda e intensa, offre subito un panorama chiaro del genere e dell’intenzione della band.

“Missiles” rispetta pienamente il proprio nome: batteria tambureggiante, melodia travolgente, complessivamente un buon pezzo, coinvolgente e intenso. Atmosfere più heavy con “Meet Your Maker”, più crudele, di breve durata, dritta al cuore, come un proiettile spietato: promossa. Arriva la cadenzata e suadente “Million Dollar Man”, della quale è possibile visionare un clip su Youtube, che incuriosisce l’ascoltatore con la sua dinamica variegata e un ottimo sound complessivo, sia nella parte ritmica che nella parte solista. “One Voice” mette in mostra una linea vocale ipnotica e misteriosa, spinta al limite, passionale e autentica, un canto delle sirene che ci traghetta nella seconda parte del lavoro, dove troviamo “Man On My Shoulder”, tirata, tosta, titanica, una cavalcata trionfale dal primo all’ultimo minuto. “Stand Together” è un brano tamarro al punto giusto, ennesima sfaccettatura strumentale e stilistica di una band in “palla”. Sempre sull’onda lunga dei suoni cupi e pestati, incontriamo “Down’N Dirty”, canonica nella struttura e nella cadenza, piacevole ma senza grosse pretese. Questa seconda parte risulta più tosta ed heavy, fatto riconfermato dall’oscura “Get Up”, dove la perizia musicale e strumentale anch’essa si riafferma in modo preponderante. “You’re On Your Own” è una ballata lenta, dolce, una delizia conclusiva che che ci congeda da questo album di debutto complessivamente interessante, ascoltabilissimo, dalla resa ottimale e convincente, che sicuramente lancia i Kreek nel panorama europeo e lascia ben sperare per il futuro (soprattutto live).

© 2021, Alberto Rozza. All rights reserved.

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