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20 Gennaio 2021 6 Commenti Samuele Mannini
genere: Hard rock
anno: 1992
etichetta: Atlantic
ristampe:
Tracklist:
Whatever It Takes
Blind For Love
Easy Does It
Take This Old Heart
Infatuation
From The Dirt
Keep Your Distance
No Prize For The Loser
Comin' Back
Promised Land
Formazione:
Bass, Backing Vocals – Martin Talbot
Drums, Backing Vocals – Scott Elliott
Guitar – Darren Rice
Keyboards, Backing Vocals – George Williams
Lead Vocals, Guitar, Harmonica – Tony Mitchell
Producer – Barriemore Barlow
Ecco, questo disco potrebbe essere il perfetto prototipo della gemma sepolta, quasi una sua definizione enciclopedica, disco bellissimo (almeno per il sottoscritto) , periodo di uscita pessimo , nel 1992 anche i topi stavano abbandonando la nave hard rock che affondava, e dulcis in fundo una band inglese che voleva fare l’americana…. e tra le cose che agli yankees da fastidio beh…. diciamo che questa è una delle prime. Aggiungiamoci pure l’inesistente supporto della casa discografica ad un progetto nel quale oramai il mercato mainstream non credeva più ed abbiamo il perfetto caso di cronaca di una morte annunciata.
Del quintetto del Lancashire l’elemento più famoso e probabilmente l’unico ancora attivo in ambito rock melodico è senza dubbio il cantante chitarrista Tony Mitchell , che tra l’altro è uscito con un disco nel 2020 che troverete nelle recensioni.
Quello che il gruppo proponeva è un hard rock di stampo blues, che più che rifarsi alla matrice di marca zeppeliniana della madre patria, va a pescare a piene mani nelle sonorità più prettamente USA andando anche, almeno a tratti , a sfociare sul versante southern , miscelando il tutto però con il buon gusto e la compostezza tipicamente British.
Dieci canzoni di ottima fattura intrise di feeling quali la ritmata opener Whatever It Takes e la seguente Blind For Love. Spumeggiante hard blues è Easy Does It, dal ritornello catchy e dal ritmo ballabile , passionale è invece la ballad Take This Old Heart veramente molto coinvolgente. Segue poi Infatuation con le caratteristiche tipiche del singolo che qualche anno prima avrebbe avuto tutte le caratteristiche per sfondare, grazie alla facile struttura e cori azzeccatissimi tanto di moda al tempo. From The Dirt è sempre Usa blues con andatura boogie che a tratti mi ricorda certi passaggi dei Georgia Satellite, così come la seguente tagliente ed efficace Keep Your Distance. Adorabile per la sua atmosfera polverosa e struggente è No Prize For The Loser, con tanto di coretti soul ,una vera chicca. Sì torna a scuotere le natiche con Comin’ Back, efficace mid tempo che ricorda un po’ i Cinderella più blues per chiudere poi con l’emozionante Promised Land, più di 7 minuti di viaggio sulle higway e per le mie orecchie è una vera goduria.
USA blues made in England…. chi lo avrebbe mai detto?…. Insomma qui non si inventa nulla , ma c’è talmente tanto buon gusto e passione che mi sento caldamente di consigliare la riscoperta di questo disco agli amanti del genere, perché nel marasma di quegli anni caotici potrebbe essere sfuggito.
© 2021, Samuele Mannini. All rights reserved.
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