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Recensione Classico

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Classico

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Cinderella – Long Cold Winter – Classico

15 Gennaio 2021 7 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard rock
anno: 1988
etichetta: Mercury/Polygram
ristampe:

Tracklist:

Bad Seamstress Blues / Fallin' Apart At The Seams 5:23
Gypsy Road 4:05
Don't Know What You Got (Till It's Gone) 5:56
The Last Mile 3:25
Second Wind 3:57
Long Cold Winter 5:22
If You Don't Like It 4:13
Coming Home 4:55
Fire And Ice 3:19
Take Me Back 3:16

Formazione:

Bass, Bass [Twelve String] – Eric Brittingham
Drums - Fred Coury
Guitar – Jeff LaBar
Vocals , Guitar - Tom Keifer

Producer – Andy Johns, Eric Brittingham, Tom Keifer
Mixed By – Steve Thompson and Michael Barbiero

Ospiti:

Backing Vocals Rick Criniti
Drums – Cozy Powell, Denny Carmassi
Engineer – Andy Johns
Keyboards – John Webster, Kurt Shore
Pedal Steel Guitar – Jay Levin
Percussion – Paulinho DaCosta
Piano, Synth – Rick Criniti

 

Mi rendo benissimo conto che parlare di questo disco potrebbe risultare superfluo, vista la fama e la diffusione che ha avuto, ma in una rubrica dei classici , direi che è un obbligo morale.

La mia storia con questo disco comincia un annetto dopo la sua uscita, ovvero fine giugno 1989, scuole finite, stereo nuovo appena regalato e via in giro per il mondo ad acquistare dischi. Questo appunto fu il mio quarto vinile acquistato, ed il ricordo dello scartabellare tra gli scaffali di un universo quasi del tutto inesplorato , è ancora vivido ed emozionale. Il fascino di rigirare in mano le copertine, guardare e riguardare ed infine le corse a casa per svelare il tesoro appena comprato, sensazioni che oggi giorno sono sconosciute ai giovani fruitori digitali, e francamente, mi dispiace per loro.

Cinderella uno dei pochi gruppi glam ( almeno il primo disco in parte lo è ) che anche i thrasher incalliti evitavano di denigrare, un gruppo che ha saputo evolversi e con soli quattro dischi ha segnato un’ era, anche grazie alla partecipazione al Moscow Music Peace Festival, spettacolo che apri la cortina di ferro alla musica rock alla fine dell’epoca sovietica, e che li ha fatti conoscere a tutto il mondo.

Long Cold Winter, il disco perfetto di passaggio tra l’hard rock con richiami glamour dell’ esordio e il blues sempre più presente e viscerale che ne marcherà il prosieguo della carriera, un disco che già dalla copertina , che più semplice non si può, già ti attira ( beh l’abbinamento di viola e bianco su un fiorentino hanno sempre un certo appeal  ) .
Una partenza hard blues che ti fa drizzare i peletti sulle braccia con l’intro Bad Seamstess Blues che lancia la graffiante Fallin’ Apart at the seems, seguita dalla catchy gypsy Road e da una delle 10 ballad più strafiche ever, ovvero Don’t know What you Got ( Till It’s Gone). Si scorre così tra energia, melodia e affondi blues un po’ per tutta la durata dell’opera, il tutto sempre trainato dalla voce quasi unica del buon Tom Keifer , sempre pronto a trascinarci ora , con le energiche If you Don’t Like It , Second Wind ,Fire & Ice e Take Me Back, poi a sedurci con le melodie di The Last Mile , le delizie acustiche di Coming Home ed il monumentale e passionale lento blues di Long Cold Winter. Tutto rasenta la perfezione in questo disco, sia le canzoni dove partecipano strumentisti di livello assoluto ( curiosità: le parti di batteria sul disco sono incise da Danny Carmassi e Cozy Powell , sembra a causa della scarsa affidabilità in studio di Fred Coury), sia la produzione, affidata a veri giganti dell’epoca quali, la coppia Thompson & Barbiero ed Andy Johns.

Insomma un disco che ha fatto epoca ed è obbligatorio possedere per chiunque voglia fregiarsi del titolo di appassionato di rock e che a distanza di 33 anni brilla ancora vivido nel firmamento delle nostre collezioni.

© 2021 – 2022, Samuele Mannini. All rights reserved.

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