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Recensione Classico

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Classico

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Unruly Child – Unruly Child – Classico

07 Dicembre 2020 20 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock/Aor
anno: 1992
etichetta: Interscope / Atlantic
ristampe:

Tracklist:

01.On The Rise
02.Take Me Down Nasty
03.Who Cries Now
04.To Be Your Everything
05.Tunnel Of Love
06.When Love Is Gone
07.Lay Down Your Arms
08.Is It Over
09.Wind Me Up
10.Let's Talk About Love
11.Criminal
12.Long Hair Woman

Formazione:

Mark Free (Voce)
Bruce Gowdy (Chitarra)
Guy Allison (Tastiere)
Larry Antonino (Basso)
Jay Schellen (Batteria)

Produttore : Beau Hill

 

Non c’è due senza tre…. ed il quarto verrà da se. Se infatti in queste recensioni dedicate al recupero di album fondamentali per il Genere ci siamo già occupati dei Signal e del solista di Mark Free tocca adesso agli Unruly Child con la promessa di scrivere presto anche dei King Kobra in modo da poter calare definitivamente il poker che Free ha regalato a tutti noi appassionati di rock melodico.

Un gruppo nato per fare il botto, purtroppo uscito fuori tempo massimo perché nel 1992 la festa era sostanzialmente già finita e le label facevano uscire tutto ciò che oramai avevano in cantiere con l’unica intenzione di svuotare i magazzini e riassorbire un po’ le spese avendo già provveduto ad investire altrove le loro risorse, benché dunque fosse ormai tardi il 1992 è stato comunque un anno che ha regalato meraviglie, una sorta di ultima raffica di fuochi d’artificio prima del buio.

Il Gruppo era formato oltre che da un Mark Free ancora sfavillante , dal duo Bruce Gowdy e Guy Allison di provenienza World Trade dal batterista Jay Shellen ,  anche lui ha suonato su Euphoria dei World Trade e dal bassista Larry Antonino un session man di lungo corso impegnato anche nella scena jazz, e anche coadiuvato dalla eccelsa produzione( non rifarò l’ennesimo pippone sulla importanza dei produttori) di Beau Hill da vita ad un platter di 12 canzoni che per anni è stato oggetto di culto tra gli appassionati, ecco, penso sia finalmente ora di poterlo definire classico a tutti gli effetti perché presenta al suo interno diverse pietre miliari dell’ Hard/Aor a stelle e strisce.

In questo disco è difficile trovare un filler forse solo Take Me Down Nasty è un po’ più debole, ma diciamo che la collocazione in scaletta non la favorisce proprio in mezzo all’ opener On The Rise  scintillante hard rock con arrangiamenti sicuramente non comuni dove la voce di Mark free si avventa come un falco sulla preda e la seguente Who Cries Now un Aor di potente fattura e con un pathos leggendario. Che faccio vado avanti? To Be Your Everithing è una power ballad che va a strizzare l’occhio ai Giant, e Tunnel Of Love è un mid tempo super catchy , ma assolutamente non banale e basta ascoltare le ritmiche per capirlo e poi Booom! un’altra pietra miliare assoluta When Love Is Gone,  dove Free si trova a meraviglia interpretando questi testi che trattano di storie d’amore sofferte. Il brutto di scrivere di questi dischi è che si rischia di sprecare parole inutili quando ne basterebbe una sola…. Capolavoro, ma ormai finiamo la lista delle canzoni, sia mai che qualcuna sia evaporata dalla memoria e sarebbe un peccato perché Lay Down Your Arms è un bell’ hard rock potente di matrice Winger (altro disco da ripescare….) , e  non crediate di potere sfuggire dal super lento sventola accendini perché Is It Over è li che aspetta per fare lacrimare i nostri cuori melodici,  niente paura però, Wind Me Up rialza subito i giri del motore, mentre Let’s Talk About Love è un lento semiacustico semplice, efficace ed orecchiabile con quegli arrangiamenti di Tangeriana memoria, e si chiude il match per KO con un uno-due micidiale l’ anathemic rock Criminal e la zeppeliniana Long Hair Woman e giù al tappeto…

Dopo questo disco il gruppo si scioglierà e dopo l’operazione che porterà Mark a diventare Marcie uscirà nel 1995 Tormented che idealmente è la prosecuzione di questo disco , nel 1998 invece uscirà Waiting For The Sun ( bellissimo a mio parere) con Kelly Hansen alla voce e poi via via fino alla reunion e con Marcie nuovamente alla voce la storia è arrivata fino ai giorni nostri.

Se non esiste la perfezione , qui siamo talmente  vicini da poterla quasi toccare, un disco segnante da avere assolutamente.

 

© 2020, Samuele Mannini. All rights reserved.

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