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Recensione

73/100

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Unruly Child – Our Glass House – Recensione

09 Dicembre 2020 16 Commenti Samuele Mannini

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers

Tracklist:

01 Poison Ivy

02 Say What You Want

03 Our Glass House

04 Everyone Loves You When You’re Dead

05 Talked You Out Of Loving Me

06 Underwater

07 Catch Up To Yesterday

08 Freedom Is A Fight

09 The Wooden Monster

10 We Are Here To Stay

11 To Be Your Everything 2020

12 Let’s Talk About Love 2020

Formazione:

Marcie Free – vocals

Jay Schellen – drums

Bruce Gowdy – guitar – keys – vocals

Guy Allison – keys – percussion – vocals

Tony Franklin – bass

 

Cominciamo dall’ enorme rispetto che provo verso gli artisti che compongono questo gruppo ; Marcie Free ha dato vita a dischi che sono veri e propri classici sia con i Signal sia con i King Kobra e naturalmente al primo masterpiece di questa band , per quanto riguarda il duo Bruce Gowdy e Guy Allison li apprezzavo già ai tempi dei World Trade quando diedero vita ad un gioiellino di melodic prog, e come non citare Tony Franklin che già solo per il disco dei Blue Murder si merita il nome stampato nei libri di storia, quindi si potranno capire le mie enormi aspettative per una nuova uscita degli Unruly Child. D’altra parte dopo il primo mostruoso disco , il solista di Marcie Tormented (che praticamente è il secondo disco degli Unruly uscito sotto altro nome) e Waiting for the sun che ho adorato…. me li sono un po’ persi per ritrovarli anni dopo con Can’t go home del quale non sono riuscito ad andare oltre i due ascolti…. quindi timoroso mi sono tenuto a distanza da Big Blue World temendo un’altro shock emotivo , quest’anno però ho deciso di raccogliere la sfida ed esaminare a fondo e spero senza pregiudizi questo nuovo lavoro, veniamo quindi al conquibus.

Sì parte col singolo Poison Ivy e la canzone funziona ed è subito familiare…. semplice è il riff un po’ modificato di On the Rise a orecchio rallentato di qualche battuta e con qualche orpello cucito intorno, chiamiamola autocitazione…. Say What You Want è un martellante hard rock moderno ma appena è finita la canzone come per magia te lo dimentichi, mentre Our Glass House parte come un mid tempo cadenzato con degli ottimi contrappunti tastieristici per confluire in un ritornello vagamente onirico. Everyone Loves You When You’re Dead è una song dal ritornello molto catchy ma abbastanza scontata, Talked You Out Of Loving Me invece rimanda la mente  alle atmosfere hard rock tipicamente Usa , non male. Underwater ci riporta alle atmosfere di Tormented mischiate a qualche accenno progressivo nella struttura compositiva e con un ritornello veramente funzionale, promossa. Catch Up To Yesterday è una semiballad che pur non originalissima si fa ascoltare per il sapiente lavoro strumentale, bella e inaspettata l’introduzione spagnoleggiante di Freedom Is A Fight che sfocia in una vera e propria Unruly song con le sue atmosfere soffuse rotte da ottimi cambi di ritmo e controcori e stacchetti di matrice World Trade….eh si, io è così che le vorrei tutte. The Wooden Monster è un altro pezzo che si lascia ascoltare ma un po’ come un sottofondo a cui si presta poca attenzione.  Si chiude con We Are Here To Stay che personalmente  ha  soddisfatto soprattutto per il bass working che va a mescolarsi con atmosfere tastieristiche quasi Purple, molto interessante. In realtà non si chiude perché ci sono due versioni ri arrangiate di due classici presenti nel primo disco, no sinceramente non c’era bisogno, le versioni originali anche a trent’anni di distanza restano inarrivabili e manipolare la perfezione….. è quantomeno rischioso.

Insomma com’è questo disco?…. allora intanto è hard rock con inserti moderni, arrangiamenti di matrice AoR e qualche inserto vagamente progressivo, di sicuro non è AoR in senso stretto, beh rispetto al primo ciclo è solo un parente comunque siamo nel 2020 ed è un disco ben eseguito con qualche idea interessante che spero possa essere approfondita in futuro ,  secondo me non lascerà un solco profondo nella storia, ma stima e rispetto sicuramente.

 

 

© 2020, Samuele Mannini. All rights reserved.

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