LOGIN UTENTE

Ricordami

Registrati a MelodicRock.it

Registrati gratuitamente a Melodicrock.it! Potrai commentare le news e le recensioni, metterti in contatto con gli altri utenti del sito e sfruttare tutte le potenzialità della tua area personale.

effettua il Login con il tuo utente e password oppure registrati al sito di Melodic Rock Italia!

Recensione

69/100

Pubblicità

Orianthi – O – recensione

13 Dicembre 2020 4 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. Contagious
2. Sinners Hymn
3. Rescue Me
4. Blow
5. Sorry
6. Crawling Out Of The Dark
7. Impulsive
8. Streams Of Consciousness
9. Company
10. Moonwalker

Formazione:

Orianthi Panagaris – Guitar and Vocals
Evan Frederiksen – bass, drums
Marti Frederiksen – percussions, track 3 bass, programming

 

A distanza di 7 anni, torna con un album la talentuosa e instancabile chitarrista australiana Orianthi Panagaris, superstar del mondo musicale e conosciuta, oltre che per la sua bravura, per le sue collaborazioni con artisti celebri del calibro di Ritchie Sambora, Michael Jackson e Alice Cooper.

Apriamo le danze con “Contagious”, dall’ottimo riff, ipnotica, cantabile, che subito mette in risalto le molteplici doti di Orianthi, sia in materia globale che solista. Arriviamo a “Sinners Hymn”, dal quale è stato tratto un video rintracciabile anche su YouTube, che si presenta con un bel tiro e una cadenza riconoscibile, soprattutto nel ritornello, mentre più in generale possiamo sempre godere di due assoli molto interessanti. Album dai vari livelli di lettura, ne è un esempio “Rescue Me”: dalla melodia suadente, a tratti vicina al funky, a tratti pesante come un brano heavy, risulta piacevole a un pubblico molto ampio ed esalta la capacità dell’artista di mischiare e osare coi generi. “Blow” ha sonorità artificiali, poppeggianti, che consentono l’esplorazione di nuovi confini, mantenendo una struttura tutto sommato ripetitiva all’interno dell’album, con ritornelli molto orecchiabili e soli dallo stampo ben definito (grazie all’uso massiccio del wah). Si prosegue in questo universo musicale sulle note di “Sorry”, intenso, deciso, misterioso, che strizza l’occhio al pop sia nella struttura che nella scelta dei suoni, lasciando sempre spazio al vistoso talento di Orianthi. “Crawling Out From The Darkness” è un ottimo brano voce – chitarra, sentito, influenzato dallo stile di Sambora e riconducibile alla miriade di lenti della storia della musica. Sempre in ottica di tradizione dell’hard rock troviamo “Impulsive”, quasi autobiografico, che presenta caratteristiche ben definite e non presenta grandi spunti di originalità. Seguendo la falsa riga di alcuni brani precedenti ci imbattiamo in “Stream Of Consciousness”, poco fresco, insipido, seppur eseguito in modo (ci mancherebbe) impeccabile; stesso discorso diventa applicabile per la successiva “Company”, più lieve, eterea, impalpabile, ma con gli stessi pregi e difetti della precedente. Un brano puramente pop conclude “O”: si tratta dell’accorato inno “Moonwalker”, molto interessante ma assolutamente avulso dal resto delle tracce, finale inconsueto per un buon album, particolare, con alcuni slanci degni di nota, che non fanno altro che confermare le note positive riguardo un’artista matura e completa, che però in alcuni momenti pecca leggermente di originalità.

© 2020, Alberto Rozza. All rights reserved.

Ultime Recensioni

Devi essere registrato e loggato sul sito per poter leggere o commentare gli Articoli

4
0
Would love your thoughts, please comment.x