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17 Ottobre 2020 27 Commenti Giulio Burato
genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta:
Tracklist:
01. I Salute You (04:49)
02. Arianne (03:58)
03. Night Drive (04:01)
04. Chariot of Fire (04:16)
05. Bring on the Rain (03:09)
06. Love Is a Beautiful Lie (04:32)
07. Ticking Away (03:58)
08. Battle Ground (03:51)
09. Candle in the Window (04:27)
10. Rock in the City (03:36)
Formazione:
Pekka Ansio Heino – vocals
Jason Flinck – Bass guitar, backing vocals
Tomppa Nikulainen – keyboards
Hannes Pirilä – drums, percussion
Roope Riihijärvi – guitars
Quinto album per i finlandesi Brother Firetribe, una delle band più apprezzate in ambito melodic-rock del nuovo millennio.
“Feel the Burn” è stato completato all’indomani della dipartita di Emppu Vuorinen, colonna portante nelle precedenti uscite discografiche, sostituito, nel recente passato, da Roope Riihijärvi. Il resto della band rimane intatto come nel precedente “Sunbound”.
L’album dalla copertina POP è uscito a settembre ed è stato anticipato da ben quattro singoli nel seguente ordine cronologico:
1)La frizzante “Rock in the city” impostata su una bella base di tastiere; buoni il bridge e l’uscita dal chorus, seppure scolastico.
2) La fresca “Bring on the rain” ha un gran ritornello che cresce di ascolto in ascolto e ha un simpatico video da “drive-in” fatto ad inizio di pandemia.
3) La ricercata “Night drive” parte cupa per poi aprirsi, all’uscita del primo ritornello, in modo solare; molto pop-oriented e poco guitar-oriented tranne che per la presenza di un discreto assolo.
4) La recente “Chariot of fire” che si avvicina alle precedenti uscite discografiche grazie al coro che rimane subito impresso e grazie anche all’amuleto “Fire”, spesso presente nei loro titoli.
Dopo tanto preambolo e molti ascolti, ho metabolizzato la virata musicale dei Brother Firetribe verso lidi più soft e meno arrembanti rispetto ai primi album. Alla lunga tale diversificazione mi è entrata in circolo ed è un’evoluzione che apprezzo in quanto rispecchia il melodic-rock degli anni 80 rivisitato in chiave moderna; per i fans degli esordi suonerà probabilmente come un’involuzione.
La mia sensazione è avvallata dalla presenza di altre interessanti canzoni. Segnalo, dunque ,“Arianne” dal coro solenne e da una struttura semplice ma diretta; “Ticking away” dall’interessante refrain che scandisce il tempo con un tik-tok e l’affascinante “Battle ground” che, nella sua semplicità, ha la carica di una vittoria, appunto in un “campo di battaglia”.
Malinconico il lento “Love is a beautiful life”, mentre “Candle in the window” e “I salute you” sono gli unici passaggi a vuoto della release; in alcuni momenti, quest’ultima canzone ha delle assonanze con il primo singolo “Rock in the city”.
IN CONCLUSIONE
“Feel the Burn” è un album che merita di essere ascoltato diverse volte. I suoni sono meno roboanti e l’influenza della chitarra è minore ma i Brother Firetribe si confermano una band di valore e che sa, soprattutto, evolversi.
© 2020, Giulio Burato. All rights reserved.
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