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Recensione

77/100

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Arctic Rain – The One – recensione

31 Agosto 2020 7 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

Tracklist:

01. Love Of My Life
02. Lost
03. Friends
04. Night After Night
05. Free My Mind
06. Give Me All Of Your Love
07. Lift Me Up
08. The One
09. Breakout
10. Madeleine
11. Take Me To Your Heart

Formazione:

Tobias Jonsson - Vocals
Magnus Berglund - Guitars
Pete Alpenborg - Keys
Gert Daun - Bass
Jonas Jönsson - Drums

 

Nuova band nel roster Frontiers, nuova band, ovviamente, dalla Svezia.
Gli Arctic Rain nascono dalla collaborazione tra il tastierista/songwriter Pete Alpenborg (House of Lords, Revolutions Saints), il chitarrista Magnus Berglund ed il cantante Tobias Jonsson, a cui, più tardi, si sono aggiunti il bassista Gert Daun ed il batterista Jonas Jönsson.
I cinque ragazzi nordici prendono spunto a piene mani dai connazionali Treat, Talisman, Eclipse, il Malmsteen più commerciale e i Fair Warning e con qualche influenza a stelle e strisce.
Al primo impatto, la mia personale sensazione è di un album un pò derivativo. Se da un lato c’è l’ottima ugola di Tobias e una discreta produzione, dall’altro c’è una certa sensazione di copia/incolla nel songwriting di alcune canzoni.

Canzoni top e canzoni deja-vu.
Inizio dalle seconde. Premetto che non sono canzoni oggettivamente brutte ma anzi ben suonate che però hanno troppi richiami verso qualcosa di già sentito. In questa ottica, mi sento di segnalare la brevissima e scontata “Madalaine” e l’opener “Love of my life” che sembra scritta e poi accantonata da Eric Martensson. A proposito di Eclipse ascoltate “Breakout” e la bella“Take me to your heart” laddove il lavoro strumentale ha forti richiami con i connazionali. Nella terra di mezzo il singolo “Lost”, molto scolastico, che come apri pista dell’album non lascia il segno. A mio avviso c’era ampio spazio per promuovere l’album con canzoni nettamente superiori. Tra queste la bella title-track, un lento gustoso e leggero, l’anthemica “Friends”, impreziosita da un coro che sale sino all’aurora boreale, la power-ballad “Free my mind” e “Night after night” dal sapiente lavoro di fondo delle tastiere.

IN CONCLUSIONE

“The one” è un esordio di impatto che colpisce di striscio il centro dell’obiettivo.
Gli Arctic Rain hanno infatti un grande potenziale; suonano bene e con una voce che è un asso nella manica, ma dovranno smussare gli angoli in ambito di originalità.
Il mio augurio è che sia “The one” di molti altri passi musicali.

© 2020, Giulio Burato. All rights reserved.

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