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30 Maggio 2020 5 Commenti Alberto Rozza
genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: Mascot Records
Tracklist:
1. Shadows Of The Night
2. Freight Train
3. Hell And High Water
4. Let It Rain
5. Ride Like The Wind
6. Shout
7. Shitstorm
8. Light Up The Sky
9. Burning Heart – 2020
10. Skyfall
Formazione:
Adrian Vandenberg – Guitar
Ronnie Romero – Vocals
Rudy Sarzo – Bass
Brian Tichy – Drums
La storia dell’hard rock. Quando si sente il nome di Adrian Vandenberg tornano alla memoria pagine indelebili degli anni d’oro del rock e del metal anni ’80, sia per la sua militanza nei Vandenberg, che soprattutto per la lunga, prolifica e gloriosa militanza negli Whitesnake di David Coverdale, coincidente col periodo di maggior successo della band. Il buon Adrian sarà all’altezza della sua fama?
Lo stile compositivo e la pacca sonora che emergono immediatamente sull’iniziale “Shadows Of The Night” sono strepitosi: ritmica serrata, con una prova globale sontuosa, voce che si insinua nella struttura musicale in modo pertinente e una tecnica solistica dello stesso Vandenberg inalterata e caratteristica. “Freight Train”, dalla cadenza piacevole, risulta canonica, perfettamente inquadrata nel genere e nel gusto della band (i membri provengono da un ambiente molto omogeneo, quindi riconoscibile e codificato).
La tecnica individuale dei “ricostituiti” Vandenberg è una delle chiavi dell’album, come dimostra “Hell And High Water”, dove tutta l’esperienza dei singoli concorre alla creazione di un prodotto per certi punti di vista sconvolgente e che va a sintetizzare un periodo della storia della musica ben preciso (in questo caso, grazie alla voce di Romero, si percepiscono chiaramente le influenze dei Rainbow di Dio), donandoci un brano dal sapore nostalgico e contemporaneamente fresco. “Let It Rain” evoca atmosfere cupe e seriose, introspettiva al punto giusto, graffiante e arrabbiata, che ancora una volta si riscopre caratteristica nel timbro e nelle peculiarità del solo di chitarra (vibrato e bending riconoscibilissimi). Il martellamento prosegue: “Ride Like The Wind” trotta dal primo all’ultimo secondo, una cavalcata trionfante dai suoni perfidi e ariosi, con un ritornello malignamente suadente ed echi più contemporanei. Cala leggermente di tono “Shout”, un po’ banale e complessivamente spompa, che non brilla né per tiro né per originalità e che lascia spazio alla ben più corposa e significativa “Shitstorm”, dall’arpeggio usuale di introduzione, che apre le porte a una struttura ben più titanica e serrata. Il richiamo al periodo Whitesnake è lampante con “Light Up The Sky”: in tutto e per tutto, dagli stacchi agli accenti nella parte ritmica, dalle melodie ai bridge, questo brano sembra in tutto e per tutto ispirato alla gloriosa militanza passata di Vandenberg e Sarzo, con un risultato complessivo positivissimo. Arriviamo al momento della ballad, come il cacio sui maccheroni, immancabile, canonica nella struttura, accompagnata dal sapiente uso della chitarra acustica e delle atmosfere soffuse: ecco le caratteristiche principali dell’ottima “Burning Heart”, che appunto brucia il cuore ed evoca sensazioni tangibili. Chiudiamo la carrellata di “2020” con la splendida “Skyfall”, cruda, pestata, degno sunto dello stile e dell’attitudine della band, che, nonostante il passare incontrastabile del tempo e degli anni, dimostra ancora una discreta verve compositiva, una scelta encomiabile di suono e soprattutto, come detto in precedenza, una nostalgica voglia di mettersi in gioco con materiale sempre di altissima qualità.
© 2020, Alberto Rozza. All rights reserved.
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