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Recensione

88/100

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One Desire – Midnight Empire – recensione

08 Maggio 2020 34 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2020
etichetta: Frontiers Music Srl

Tracklist:

“Shadowman”
“After You’re Gone”
“Down And Dirty”
“Godsent Extasy”
“Through The Fire”
“Heroes”
“Rio”
“Battlefield Of Love”
“Killer Queen”
“Only When I Breathe”

Formazione:

André Linman – lead vocals, guitars
Jimmy Westerlund – guitars, backing vocals, lead vocals on 5
Ossi Sivula – drums
Jonas Kuhlberg – bass

Contatti:

https://www.facebook.com/OneDesireBand

 

Dopo due anni dall’omonimo e ottimo debutto discografico, tornano i giovani finlandesi One Desire.
“Midnight Empire” è il titolo del loro secondo album che esce sotto l’imprescindibile Frontiers in questa difficile primavera 2k20.
La band è rimasta immutata, notizia non sempre cosi scontata visto i numerosi cambi di line-up che accadano al giorno di oggi, in primis nelle giovani leve (Creye). Alla voce-chitarra c’è dunque Andre Linman, il talentuoso Jimmy Westerlund alle chitarre, Ossi Sivula alla batteria e, infine, Jonas Kuhlberg al basso.

Si parte con la (diversamente) perfetta “Shadowman”; bella stesura, bel refrain ma canzone troppo lunga con sei minuti abbondanti che sembrano forzati; peccato, ma il botto iniziale è “imperfetto”.
A seguire il primo singolo con video “After You’re gone” che impatta subito con un intro devastante, grazie alla classe cristallina di Westerlund. Il ritornello, seppur immediato, non arriva alle vette di “Hurt”, formidabile canzone presente nell’esordio. Anche qui, io avrei tagliato la canzone un po’ prima rispetto ai 5 minuti e 23”. Opinione, opinabile.
L’intro acustico da il là a “Down and Dirty” che identifico in tre parole: semplice, pulita e riuscita. La successiva “Godsent Extasy” alza l’asticella riportando I ragazzi finnici alle vette con cui ci avevano abituati nell’esordio. Le tastiere presenti prima del refrain sono ammaglianti, il ritornello è ricamato su misura per un abito perfetto. Ottimo anche l’assolo. Canzone super e che strizza l’occhio all’ultimo periodo degli Europe pre-reuniuon.
Altro intro acustico per “Through the fire”, la prima semi-ballata. Iniziamo con un difetto? Anche qui siamo di fronte a quasi sette minuti di canzone; alla lunga ci si perde nel suo incedere. Buona la prestazione di Andre al microfono, buono il ritornello e il lavoro strumentale. Nel complesso, canzone promossa a metà.
“Heroes” è un’altra perla al pari della sopracitata “Godsent Extasy”. Il livello compositivo è di primissima qualità. Un intreccio di basso e batteria che porta a uno dei ritornelli più ficcanti di “Midnigt Empire”. Segue la delicata “Rio”, un altro gioiellino da incorniciare.
Le note inziali di “Battlefield of love” mi riportano senza mezze misure alla già menzionata “Hurt”. Le due canzoni hanno impostazioni simili ma attitudini diverse. Bello il lavoro al basso di Jonas Kuhlberg e del sempre efficace Jimmy.
Ritorniamo a una canzone sotto i cinque minuti, “Killer Queen” che ha il potenziale per essere una “killer song”. Stesura delle strofe semplice e piacevolmente ripetitiva che apre verso un ritornello che si stampa facilmente in testa.
Ultima canzone: la ballata “Only when I Breathe”, struggente e ben interpretata.

IN CONCLUSIONE

Sulla scia dell’ottimo esordio gli One Desire piazzano un altro bel colpo, confermandosi band interessante e dalle grandi potenzialità. “Midnight Empire” è un bell’album, suonato bene; l’unica pecca può essere la lungaggine di alcune canzoni.

© 2020, Giulio Burato. All rights reserved.

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