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Recensione

70/100

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Shakra – Mad World – recensione

23 Marzo 2020 13 Commenti Yuri Picasso

genere: Hard Rock
anno: 2020
etichetta: AFM

Tracklist:

01. Fireline
02. Too Much Is Not Enough
03. A Roll Of The Dice
04. Mad World
05. When He Comes Around
06. Thousand Kings
07. I Still Rock
08. Fake News
09. When It All Falls Down
10. Turn The Light On
11. Son Of Fire
12. New Tomorrow

Formazione:

Mark Fox – voce
Thom Blunier – chitarra
Thomas Muster – chitarra
Dominik Pfister – basso
Roger Tanner – batteria

 

“Fratelli minori” di Gotthard e Krokus, gli svizzeri Shakra arrivano a festeggiare il 25° anno di carriera con il presente “Mad World”, 12° studio album.
Hanno goduto a inizio del millenio di una fama crescente che li ha portati a esibirsi durante la loro carriera con band come i Guns n Roses e ad avere un buon seguito tra la natia Svizzera e la Germania.
Chi li segue dagli albori sa benissimo che ascoltare un disco degli Shakra è come ascoltare un disco di Axel Rudi Pell.
Una cena al solito tavolo della solita osteria a te cara dove sai che mangerai abbastanza bene senza aspettarti nulla di nuovo o esotico.
In termini musicali un approdo sicuro nel porto del hard rock di chiaro stampo teutonico.
Nel caso degli Svizzeri difficile staccarsi dai rocciosi midtempo in 4/4 composti da riff taglienti e grintosi partoriti dalle asce della coppia Thomas Muster/ Thom Blunier, intervallati qua e la da assoli anche melodici, dove la voce di Mark Fox (assomigliante come timbro a Claus Lessmann) sembra non risentire del passare del tempo, complice una produzione pressochè perfetta.

Se l’apripista “Fireline” vuole suonare come una martellante dichiarazione d’intenti, si prosegue con “Too Much is not enough”, secondo singolo dell’album, condito da un videoclip davvero riuscito.
Si continua con “Thousand Kings” composta dal miglior ritornello del disco e da un ottimo lavoro di chitarre sia in fase di riff che di armonizzazioni.
“Fake News” mi è piaciuta, dotata di un ritornello diretto e semplice, che ti colpisce, ma non ti manda al tappeto.
“Turn the Light On” presenta un ottimo lavoro di chitarre, assolo trascinante e un coro che si fa cantare sin da subito
Accanto a questi pezzi più riusciti i nostri inciampano in brani stucchevoli come “I still Rock” e “Son of Fire”, ripetitivi e pieni di clichè che svolgono il compito di riempitivi .
Il merito di questa band è quello di saper scrivere buona musica e di essere sempre stati coerenti col proprio credo.
I nostri non tirano il freno come da tradizione sino all’ultimo pezzo del disco,“New Tomorrow”, ballad elettro-acustica che non sposta l’ago della bilancia del voto.

Il fattore mancante al combo svizzero è quello di tirare fuori dalla propria penna un pezzo che ti fa venire voglia di riascoltarlo in loop.
E non portando nulla di nuovo alla loro proposta musicale, uscita dopo uscita, gli ascolti risultano piacevoli sul breve periodo e monotematici sulla lunga distanza.
Promossi come sempre, con pochi “SE” e qualche “MA” che permetterebbero loro di fare il definitivo salto di qualità.

© 2020, Yuri Picasso. All rights reserved.

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