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Recensione

78/100

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Burning Rain – Face The Music – recensione

17 Febbraio 2020 5 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music Srl

Tracklist:

1. Revolution
2. Lorelei
3. Nasty Hustle
4. Midnight Train
5. Shelter
6. Face The Music
7. Beautiful Road
8. Hit And Run
9. If It's Love
10. Hideaway
11. Since I'm Loving You

Formazione:

Doug Aldrich - Guitar
Keith St. John - Vocals
Brad Lang - Bass
Blas Elias – Drums

Contatti:

Sito: http://www.burningrain.net/
Facebook: https://www.facebook.com/BurningRain.PALs/

 

Ritorno interessante e rocambolesco dei Burning Rain, band capitanata dal celeberrimo Doug Aldrich, noto per la sua militanza nei Dio e negli Whitesnake, che propongono un saporitissimo hard rock dalla chiara matrice losangeliana.

L’iniziale “Revolution” è carica e suadente, ritmicamente tagliente ed efficace, che, come la stragrande dei pezzi che ascolteremo, punta anche su una parte di chitarra solista veramente ricercata. Con “Larelei” entriamo in un universo più spensierato e casinista, ma sempre sfaccettato e dall’ascolto interessante e piacevole, anche se qualcosa ricorda vagamente gli Aerosmith anni ’80. Le melodie aperte di “Nasty Hustle” riempiono la mente dell’ascoltatore di sensazioni positive, mantenendo il tutto in una fascia di confort e offrendo così un ottimo esempio di rock blues ben eseguito. Trascinante e turbolenta, “Midnight Train” è un concentrato di potenza ed energia, non molto originale nel complesso, ma comunque soddisfacente e caratteristica. “Shelter” è un buonissimo lento acustico, sufficientemente movimentato e carico di sentimento, particolare e “americano” in modo intrinseco. Si arriva così a “Face The Music”, agguerritissima title track, pezzo tosto, classico, massiccio, che ci riporta immediatamente indietro nel tempo, sia musicalmente che testualmente, agli anni d’oro dell’hard rock. Influenze Whitesnake nella cadenzata “Beautiful Road”, pestata e quadrata, dal ritornello ipnotico, che con la sua delizia ci porta alla successiva “Hit And Run”, canonico pezzone rock, quanto di più classico si potesse chiedere ai Burning Rain. “If It’s Love” non fa che rimarcare lo stile della band, l’ottimo affiatamento della sessione ritmica e le indiscusse doti chitarristiche di Aldrich, e con il suo fumoso mistero, di oltre 6 minuti, ci riversa nelle ben più rapida e folle “Hideaway”, dalla batteria inconfondibile, corale al punto giusto. Dopo essere stati appagati da “Since I’m Loving You”, ottimo brano suonato in modo mostruoso, si spegne questo lavoro di studio, dall’esecuzione tecnicamente impeccabile, con qualche spunto interessante, che sicuramente può dimostrarsi un ottimo ascolto nostalgico e può senza dubbio ispirare molti ascoltatori – musicisti pendenti dalle labbra di questi ottimi professionsiti.

© 2020, Alberto Rozza. All rights reserved.

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