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Lovekillers – Lovekillers feat. Tony Harnell – recensione

10 Gennaio 2020 5 Commenti Alberto Rozza

genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music s.r.l.

Tracklist:


1. Alive Again
2. Hurricane
3. Ball And Chain
4. Who Can We Run To
5. Higher Again
6. Across The Oceans
7. Bring Me Back
8. Now Or Never
9. Heavily Broken
10. No More Love
11. Set Me Free

Formazione:

Tony Harnell - Vocals
Gianluca Ferro – Guitar
Alessandro Del Vecchio - Bass, keyboards

Contatti:

https://www.facebook.com/tonyharnellofficial

 

Interessantissima uscita di fine anno coi Lovekillers, progetto di Gianluca Ferro e del poliedrico Alessandro Del Vecchio, coadiuvati dalla voce superba di Tony Harnell, che propongono un rock melodico purissimo e dal gusto autentico.
Apre le danze “Alive Again”, dalla trama invitante, dalla dinamica ben gestita e soprattutto ricca di virtuosismi strumentali, che ben si accompagna alla voce acuta di Harnell. Atmosfere calde e sconfinate si aprono su “Hurricane”, corposa e solare, dalla pasta emotivamente coinvolgente e dalla resa gradevole.

Un alone di mistero scende su “Ball And Chain”, dalla ritmica tagliente e ben scandita, che si intervalla ad una strofa ampia e ariosa, un bilanciamento dinamico veramente azzeccato. “Who Can We Run To” è una traccia più delicata nelle armonie, dal gusto superlativo, sia nella scelta ritmica che nella parte solista, una vera gemma incastonata nell’album. Si torna a correre con “Higher Again”, brano nella norma, canonico e dal sapore classico, dalla struttura riconoscibile e ben rodata. “Across The Ocean” risulta essere introspettivo e commuovente, suadente nella linea vocale, perfettamente cesellato sulla trama musicale, che presenta anche alcuni passaggi veramente interessanti. Giunge ovviamente il momento del lento: “Bring Me Back” rispetta le aspettative, mettendo in mostra anche il lato soft dei Lovekillers. Accoppiata da sentire in un soffio solo è quella composta da “Now Or Never” e “Heavily Broken”, entrambi ottimi modelli, seppur differenti, dello stile della band e soprattutto della viva e convinta appartenenza al genere melodico, due esempi calzanti di grande capacità compositiva e di abilità esecutiva. Un intro di tastiera ci apre le porte di “No More Love”, cruda e pestata, disorientante e piacevolissima, che prende sin dal primo ascolto. Sulle superbe note di “Set Me Free”, strappalacrime, titanico e emozionantissimo, si chiude un lavoro di grande spessore artistico, reso in modo molto efficace e dall’ascolto assolutamente piacevole, che può essere per molti amanti del genere una scoperta interessante.

© 2020, Alberto Rozza. All rights reserved.

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