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Recensione

77/100

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Rockett Love – Greetings From Rocketland – recensione

03 Settembre 2019 Comment Giulio Burato

genere: Melodic Rock / Hard Rock
anno: 2019
etichetta: AOR Heaven

Tracklist:

1. Back on My Feet
2. Bite the Bullet
3. I Want Out
4. Get Ready, go!
5. Take me home
6. King of one day
7. Writing on the wall
8. Reaching out
9. Like an endless Sky
10. Wait
11. A heart without a soul

 

“Non aspettatevi una produzione milionaria da Eighties”

Nelle conclusioni del precedente album ”Grab The Rocket”, giustamente, si sottolineava uno degli aspetti che possono incidere maggiormente sul giudizio di un album: la produzione.
Togliamoci subito il dubbio; nel presente “Greetings from Rocketland”, in uscita a fine Agosto tramite AOR HEAVEN , la produzione è migliorata, grazie anche all’intervento in cabina di regia dell’onnipresente Erik Martensson.
In questa seconda uscita discografica i svedesi Rockett Love si avvicinano maggiormente a sonorità di stampo teutonico, care a gruppi come Bonfire, MSG e Scorpions.

Si parte con la giusta carica grazie a “Back on My Feet”, canzone standard ma azzeccata.
Giro inziale alla Bonfire nella successiva “Bite the Bullet” che presenta qualche variazione interessante tra bridge e refrain.
Un bell’assolo apre le danze di “I Want Out”, apprezzabile come la seguente “Get Ready, go!” che ha in dote un ritornello facile da ricordare.
Step numero cinque: l’acustica “Take me Home”, dal chorus solenne che fa molto made in Germany.
L’intro di “King of one day” da la sensazione di un deja-vu anche se poi la canzone si sviluppa in maniera autonoma. “Writing on the wall” è un altro passaggio convenzionale come il riff presente in uscita dal ritornello. “Reaching out” prende spunto dall’ ABC dell hard rock, risultando però un pò banale.
Carica dinamitarda per “Like an endless Sky” che nelle strofe ricorda gli Heaven’s Edge; ha un buon passaggio acustico che porta ad un refrain più ricercato. Bello l’assolo.
“Wait” ha nel ritornello una freccia che va a bersaglio.
Si chiude con “A heart without a soul”; mi attendevo al varco un lento ed invece mi trovo di fronte ad un altro pezzo carico ma che presenta un bridge che si discosta dagli altri.

IN CONCLUSIONE

“Greetings from Rocketland” è un album solido, di matrice teutonica. Nulla di nuovo all’orizzonte ma Daniel Samuelsson e soci sono dei professionisti ed il risultato è un buon album di hard rock con tanto di “Greetings from Sweden”.

© 2019, Giulio Burato. All rights reserved.

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