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Soleil Moon – Warrior – Recensione

17 Agosto 2019 30 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

'72 Camaro
Here For You
You And I
Just So You Know
Can't Go On
Halfway To Nowhere
How Long
Nothing Matters
When I'm With You
Before The Rainbow
Warrior
420 (Hidden Track)

Formazione:

Larry King - Vocals, Keys
Khari Parker - Drums
Chris Siebold - Guitars
Alan Berliant - Bass
John Blasucci - Keys

Ospiti:

Michael Thompson - Guitars

 

Adoro la voce di Larry King, è un dato di fatto. Sento il suo timbro vocale caldo ed esplosivo, il suo vibrato pazzesco, la sua estensione ed intonatura da manuale, e mi sento come sbalzato indietro nel tempo di almeno quindici anni, a quando ero ancora un adolescente alle prime armi nel mondo della musica che si sbatteva con tutte le sue forze per accaparrarsi le prime file dei concerti, così da poter urlare in faccia ai suoi idoli tutto il proprio amore ed affetto.

Ripensandoci, non sono stato del tutto onesto con voi. Sì, perché – cari miei – sarete sempre two steps behind al mio invecchiato fondoschiena se si tratta di un concerto di un artista che amo. Transenna is the way, dicono alcuni, e a trent’anni compiuti non cedo un centimetro, siete avvisati! E vi assicuro che per i Soleil Moon di Larry King mi metterei in fila alle dieci del mattino per avere la prima fila a centro palco, oggi ancor più dopo l’uscita del loro nuovo e stupendo album Warrior, da poco pubblicato dalla label Frontiers Music.

Warrior è un disco che ha al suo interno un tasso tecnico strumentale enorme, complici tizi quali John Blasucci (Dennis DeYoung) alle tastiere, Alan Berliant al basso, Khari Parker alla batteria, e un certo Michael Thompson come special guest in studio alla chitarra (in sede live abbiamo al suo posto Chris Siebold), che letteralmente hanno tirato giù lo studio discografico con il suono perfetto e dannatamente corposo e vivo dei loro strumenti. E poi c’è Larry King alla voce, di cui ho già ampiamente decantato le lodi, e che ci lascia anche qui letteralmente a bocca aperta con la sua capacità naturale e mai forzata di rendere ariosa, potente, vivace anche la canzone più canonica o strettamente legata ai dettami classici del rock melodico (con sfumature westcoast e talvolta sinfoniche) da cui questo disco dipende per sua stessa natura.

E allora via sulle note del primo singolo ’72 Camaro, un brano in stile westcoast AOR dominato dalla chitarra di Thompson e dal vocalizzo magistrale di King, che originariamente doveva apparire sul recente disco della Michael Thompson Band. E’ una ottima opener, che ci immerge perfettamente nel mood rilassato e rilassante di questo platter, e che ben anticipa il primo vero inedito Here For You, una traccia che esordisce silenziosa e quieta per acquisire via-via energia con l’intensificarsi del tocco sugli strumenti e con l’ampliarsi della gittata vocale di King. Lasciando spazio a una originalissima You And I, con il suo AOR che va a sfiorare il power pop degli anni’80 senza disdegnare alcune trovate moderne (gli effetti elettronici di tastiere sullo sfondo) che la rendono attuale e contemporaneamente classica.

Avanti poi con una nuova traccia soft, ma molto suonata e dotata di groove e bella gittata vocale, come Just So You Know, e con il tipico sound melodic rock dei Soleil Moon di Can’t Go On, una canzone che letteralmente esplode in un bellissimo refrain, tra i più musicali e orecchiabili tra quelli proposti. Halfway To Nowhere è invece una power ballad d’autore, e un brano intimo e delicato che mette sotto i riflettori la incredibile capacità di trasmettere emozioni della voce di Larry King, mentre la chitarra acustica di accompagnamento alla elettrica, e gli arrangiamenti preziosi, rendono How Long il pezzo più elaborato e ricercato a livello strumentale del disco.

Tutti in piedi, inizia qui la parte più intensa e ricamata del disco. Nothing Matters è una sensazionale ballad che gode di una delle migliori interpretazioni vocali di sempre di King, che esordisce cupo e roco lungo tutto la strofa principale per arrivare al ritornello improvvisamente a piena voce, intenso ed emozionale come non mai. Un brivido, che si riconferma di pari intensità anche in When I’m With You, altro brano soffice e di impronta quasi cantautorale, ma che gode di una produzione e di alcuni arrangiamenti che gli fanno dare un occhio alla modernità musicale pop odierna, senza ovviamente dimenticarsi del sound rock proprio dell’album. Ecco poi un’altra ballad a titolo Before The Rainbow, pezzo romantico ed incantato, davvero delicato e toccante, ricco di orchestrazioni di sfondo che ne ampliano la profondità e la potenza emozionale, e infine la title track Warrior, una canzone di commiato che sfrutta un tema caro al gruppo come quello dei soldati e della guerra (lo avevamo già visto in History Repeats Its Pages nel precedente album) per sviluppare un testo molto ispirato e riflessivo, ancora una volta interpretato con grande intensità dall’inimitabile frontman di questo progetto.

IN CONCLUSIONE

Tra le migliori uscite rock melodiche di questo 2019, Warrior dei Soleil Moon è un disco che mantiene costantemente alto il suo livello tecnico-compositivo, e che ci stupisce con un songwriting sempre vario, e maturo ed ispirato, nota dopo nota, traccia dopo traccia.

Lo so, sembra folle chiamare sottostimato un cantante che si è a lungo esibito con un gigante del calibro di Michael Thompson, ma uno che ha un timbro così esteso, così molti genere ed adattabile ad ogni sonorità, oltre che riconoscibile come Larry King non dovrebbe secondo voi esibirsi ovunque e con chiunque, invece che un paio di volte ogni 5 o 6 anni (se va bene)?! A voi la risposta finale.

© 2019, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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