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Recensione

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Salty Dog – Lost Treasure – Recensione

04 Marzo 2019 3 Commenti Alberto Rozza

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Escape Music

Tracklist:

1. Damned If I Do
2. I Need More
3. Walk Softly
4. Open Sezme
5. Mission On A Hill
6. All That Glitters
7. Woman Scorned
8. Honeysuckle Wind
9. Didju
10. Old Fashioned Love
11. When Fools Rush In

Formazione:

Pete Reveen – Guitar, Banjo
Khurt Maier – Drums
Darrel Beach – Vocals
Hilljack Hannon – Bass

 

Grande ritorno per una band storica del panorama californiano anni ’80: per gli amanti dell’hard rock classico ecco il nuovo lavoro dei Salty Dog.

Ritmica energetica, voce graffiante e assoli rock blues sono le caratteristiche principali dello stile della band, come nella iniziale “Damned If I Do”, canonica nella sua struttura, che si riversa senza troppi sbalzi nella successiva “I Need More”, dalle stesse peculiarità. I brani presentano il caratteristico timbro vocale di Darrel Beach, che si esalta in “Walk Softly”, mostrando tutta la sua versatilità. Un gradevole intro strumentale ci apre le porte di “Open Sezme”, variegato e frizzante, dalla trama crudele e intrigante. La lenta “Mission On A Hill” mette in mostra l’essenza statunitense della band, fatta di venature che vanno dal blues al country. Si torna su orizzonti decisamente più taglienti e violenti con “All That Glitters”, pezzone tosto e spregiudicato, ammiccante al punto giusto. Atmosfere psichedeliche accompagnano per tutta la sua durata “Woman Scorned”, dal sound cadenzato e ballonzolante.

Traccia puramente southern, country vero e proprio, “Honeysuckle Wind”, ci fa sprofondare nella tradizione musicale del Sud degli Stati Uniti. La granitica “Didju” mette nuovamente in mostra le doti musicali della band, senza distaccarsi molto dal resto del lavoro, come “Old Fashioned Love”, disorientante in alcuni passaggi, ma fondamentalmente canonica. Sulle dolci note di “When Fools Rush In”, una chicca, i Salty Dog si congedano, lasciandoci un album discreto, maturo, coerente e con alcune sfaccettature interessanti e degne di nota.

© 2019, Alberto Rozza. All rights reserved.

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