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H.E.A.T. + ONE DESIRE + SHIZAR LANE – Locomotive Club – Bologna 11/12/2018

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H.E.A.T. + ONE DESIRE + SHIZAR LANE – Locomotive Club – Bologna 11/12/2018

04 Febbraio 2019 0 Commenti Denis Abello

Di Luca Driol e Paolo Paganini – Foto di Paolo Paganini

 

SHIZAR LANE – Luca Driol

Con un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, gli Shiraz Lane aprono questa sorta di piccolo festival dedicato all’hard-rock nordeuropeo e lo fanno nel migliore dei modi, sfoderando al meglio tutto l’armamentario sonoro a disposizione. Dopo un primo convincente album di hard-rock dai forti connotati sleaze, la band quest’anno ha pubblicato un eccellente come-back, Carnival Days, più curato, maturo e meno “selvaggio” del predecessore, proponendo in questa sede una scaletta incentrata su questo album, composta da brani incredibilmente riusciti quali la spigliata title-track e The Crown, durante i quali la band suona a mille, supportata da un frontman eccezionale come Hannes Kett, che balla, incita il pubblico e “vive” letteralmente le song della band, trovando anche il tempo di scendere dal palco per gigioneggiare tra il pubblico. Notevole anche la prova dei due chitarristi, Jani Laine (!) e Miki Kalske, ma lo show dei cinque finlandesi è stato perfetto sotto ogni punto di vista, sciorinando anche qualche brano dall’esordio, tra cui l’ottima Mental Slavery (brano già presente anche sull’ep d’esordio), dal piglio decisamente eighties e la ballata Same Ol’ Blues, che ci conducono alla fine del concerto che culmina con People Like Us, altro estratto dall’ultimo lavoro in studio.
Show pienamente riuscito per una band da tenere decisamente occhio!

Scaletta:

1. Carnival Days
2. The Crown
3. Tidal Wave
4. Mental Slavery
5. Same Ol’ Blues
6. Out There Somewhere
7. Harder To Breathe
8. People Like Us

ONE DESIRE – Luca Driol

Lo ammetto: personalmente ero qui principalmente per loro. Dopo essere stato ammaliato dall’ottimo esordio targato 2017, ero curioso di rivedere on stage gli One Desire, dopo la buona prova al Frontiers Festival IV, ma quest’oggi la band appare sottotono, soprattutto per quanto concerne la prova vocale del cantante e chitarrista, visibilmente in difficoltà per quasi tutto lo show. La dirompente Hurt è la song prescelta per aprire le danze, seguita dalle trascinanti Apologize e Turn Back Time, dove AOR e hard-rock vanno splendidamente a braccetto originando un mix a dir poco esaltante, anche se André Linman, se da un lato appare convincente sotto l’aspetto chitarristico, mostrando una certa abilità anche come solista, dall’altro inficia la prova on stage con una prestazione sottotono, mostrando una certa fatica a gestire il tutto. Le ballate This Is Where The Heartbreak Begins e Falling Apart mettono in mostra il lato più romantico del gruppo, la solarità di Whenever I’m Dreaming è un altro brano 100% à la One Desire, mentre l’incendiaria Buried Alive, praticamente un pezzo di puro metal, chiude il concerto. Oltre alla debole prestazione canora, un altro punto a sfavore degli svedesi è il taglio della scaletta (era prevista anche la pop-oriented Love Injection) e, dispiace doverlo ammettere, ma oggi l’anello debole della piccola kermesse bolognese, sono stati proprio gli One Desire.

Scaletta:

1. Hurt
2. Turn Back Time
3. Apologize
4. This Is Where The Heartbreak Begins
5. Falling Apart
6. Whenever I’m Dreaming
7. Buried Alive

H.E.A.T. – Paolo Paganini

Fa veramente freddo in questa serata di dicembre qui a Bologna e forse questo non dispiacerà alla band svedese abituata a temperature simili. Il Locomotive è un piccolo locale per concerti ma ben organizzato. Non manca nulla e l’atmosfera familiare contribuisce a rendere il tutto ancora più piacevole. Il pubblico non è certo numerosissimo, (forse saremo attorno alle 200-250 persone) ma chi è presente può dirsi un vero fan della band di Grönwall e Co. Si sentono accenti veneti, bresciani, toscani, insomma chi c’è si è fatto un bel po’ di strada. I ragazzi salgono sul palco alle 22.00 spaccate attaccando lo show con la dirompente Bastard Of Society seguita dalla trascinante Breaking The Silence. Un Eric non sempre preciso ma carico come una molla si esibisce in un doppio stage diving, salta come un indemoniato, fino a prodursi in un heandbanging infinito che terminerà soltanto quando si spegneranno definitivamente le luci. Insomma un vero animale da palcoscenico. Il pubblico risponde alla grande cantando e dimenandosi su ogni brano in scaletta. Tutto sembra filare via liscio ma al termine di Downtown ecco che succede il patatrac. Tutto il palco si spegne lasciando i ragazzi senza strumenti. Eric non si prede d’animo e una vota imbracciata la chitarra inizia un set acustico composto da Tearing Down The Walls, dalle cover di Living On A Prayer e 18 And Life, eseguendo il tutto in mezzo alla folla come se fosse la cosa più normale del mondo. Il pubblico lo adora definitivamente e al “moicano” va sinceramente riconosciuta una grossa dose di generosità. Finalmente i tecnici riescono a sistemare le cose permettendo al concerto di riprendere. Da qui in avanti anche i suoni migliorano e la band appare ancora più a proprio agio. Uno dopo l’altro si susseguono brani orami diventati dei classici nel loro repertorio: In and Out of Trouble, It’s All About Tonight, Living on the Run, fino ad arrivare a Beg Beg Beg caricano ancora di più i presenti regalandoci un Dalone in forma smagliante. Laughing At Tomorrow è una piccola parentesi acustica necessaria per rifiatare in attesa del rush finale di cui Mannequin Show e A Shot At Redemption risultano gli episodi più riusciti. Quest’ultima in particolare ci riserva un siparietto davvero divertente con Eric che porta sul palco un giovanissimo fan che senza alcun timore, come una consumata rockstar si prenderà tutta l’attenzione del pubblico. Una serata veramente piacevole e divertente che ci ha consegnato una band compatta con tanta voglia di suonare e di far divertire la gente per il puro piacere di farlo. Spero che i ragazzi tornino ancora a trovarci e se volete un consiglio non perdetevi il loro prossimo spettacolo.

Scaletta:
1. Bastard of Society
2. Breaking the Silence
3. Danger Road
4. Emergency
5. Shit City
6. Downtown

Intermezzo acustico:
7. Tearing Down the Walls
8. Livin’ on a Prayer (Bon Jovi cover)
9. 18 and Life (Skid Row cover)

Ripresa:
10. In and Out of Trouble
11. It’s All About Tonight
12. Living on the Run
13. Beg Beg Beg
14. Laughing at Tomorrow (acoustic version)
15. Redefined
16. There for You
17. Mannequin Show
18. Tearing Down the Walls

Bis:
19. A Shot At Redemption

© 2019, Denis Abello. All rights reserved.

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