Recensione Gemma Sepolta

BURNS BLUE – What If – gemma sepolta

04 Febbraio 2019 2 Commenti Alessio "Sixx" Garzi

genere: Classic Rock / Melodic Hard Rock
anno: 2003
etichetta: Frontiers Records
ristampe:

4 anni dopo il suo primo album solista, il godibile The Journey (1999), il chitarrista Vinny Burns (ex Dare, Ten ed Ultravox) ritorna in pista ancora una volta affiancato dal fidato vocalist Sam Blue (anche lui ex Ultravox). What If, uscito a nome BURNS – BLUE, continua il percorso musicale del precedente album, migliorando però sia nella produzione che nella qualità compositiva. La proposta, un solido hard rock melodico, pur derivativa dalle sue ex bands, soprattutto TEN, risulta più frizzante e varia.

La voce di Sam Blue, pulita ed impostata su toni medi, si adatta alla perfezione alla chitarra di Burns, non la sovrasta ed anzi la accompagna melodicamente lungo tutte le dodici tracce dell’album: una voce più accesa di quella di Gary Hughes e meno malinconica rispetto al tono di Darren Wharton.

La chitarra di Vinny Burns è totalmente messa a disposizione delle singole canzoni: il suo stile chitarristico, fatto di ritmiche ben presenti, suono “grasso”, soli di rifinitura, eleganti e mai invasivi, rende il pacchetto di canzoni compatto e piacevole.

Le premesse per un buon album ci sono quindi tutte…ed in effetti la qualità è davvero ottima. Si parte con l’opener COOL ME DOWN, mid tempo dal flavour zeppeliniano che si sublima in un chorus travolgente, per quanto semplice e diretto. La seconda traccia, dal titolo STRAIGHT, alza il ritmo risultando una song ariosa e divertente, da ascoltare in macchina, d’estate, a finestrini aperti…direzione mare!

La successiva DEADLY SIN emana profumi di THIN LIZZY, sia ritmicamente che liricamente ed esplode in un chorus perfetto che ricorda i mitici DIVING FOR PEARLS, autori di un capolavoro assoluto datato 1989. Pensandoci bene, questo album deve molto, sia a livello di songwriting sia di suoni al debutto dei DIVING FOR PEARLS. Ma torniamo a noi.

Dopo un trittico di songs come questo ci si aspetterebbe una, se pur debole, flessione qualitativa…non è questo il caso! La quarta traccia, DON’T WANNA KNOW, è il capolavoro assoluto di questo album. Una melodic rock song semplicemente perfetta. Mid tempo sorretto da una chitarra pompante e da un riff (posso chiamarlo così?) di sassofono da urlo! Il chorus, incastonato alla perfezione nella struttura della song, accompagna ritmicamente la canzone verso il clamoroso solo di sassofono. L’eleganza del tocco di Vinny Burns la si percepisce proprio qui…la sua chitarra chiude il solo con poche giuste note, lasciando la scena al sassofonista Tom Kelly. Una soluzione ripresa in ambito melodic rock, che io sappia, solo dagli Human Zoo (a parte i mitici Chicago…ma questo è un altro discorso).

Con la quinta canzone, LOVER’S GAME, si entra nel mood power ballad, in verità decisamente power. I ritmi si fanno più soft, ma la chitarra di Burns impone un tappeto ritmico cromato che rende la song romantica, ma allo stesso tempo decisa e solida. Riecheggiano chiari riferimenti ai DARE, sia nella voce che nelle melodie e non potrebbe essere altrimenti.

Giusto un respiro e poi si riparte a mille con I’M GONNA WIN, up tempo che fonde i maestri MAGNUM con un pizzico di DOKKEN. Ottima canzone che evidenzia ancora una volta le doti vocali di Sam Blue.

Le successive CRAZY e SHE WROTE scivolano via veloci, con il loro melodic rock diretto e leggermente ‘70s negli accordi di chitarra, lasciando il campo a TOMORROW’S NEVER COME, la seconda ballad nella quale ritorna l’eredità dei DARE. Meno power della precedente, qui la malinconia la fa da padrona ed il risultato è davvero buono. Suadente dolcezza che smorza il ritmo dell’album e ci prepara alla cavalcata finale, che inizia con la rockeggiante TO ONE SIDE, da ascoltare tutta d’un fiato. Veloce, fresca, senza fronzoli. Puro rock.

La canzone finisce e di colpo parte un riff ossessivo e diretto, il più duro del lotto, che fa da supporto ad una hard rock song in puro stile THIN LIZZY. HUNG OUT TO DRY, questo il titolo, mi ricorda molto anche il BOB CATLEY solista e risulta essere una vera e propria bomba.

Chiude l’album un’altra gemma assoluta uscita dalla penna ispirata di Vinny Burns: WHERE ARE YOU NOW, mid tempo elegante che esplode in un coro prefetto, da manuale del melodic rock. La chitarra di Burns tocca ancora con maestria le magiche corde dell’eleganza e riesce nell’impresa di chiudere l’album col botto. Chapeau.

IMPRESSIONI PERSONALI: quando comprai questo disco ero in un periodo di folle amore per TEN e DARE e mi ricordo ancora che quando lo ascoltai per la prima volta pensai: “questo cd li supera entrambi!”.

Dopo 15 anni, lo penso ancora. Vinny Burns, libero dai paletti compositivi delle sopradette bands, dà il meglio di sé in questo album. La voce di Sam Blue poi sembra essere il perfetto connubio armonico con le 6 corde di Burns. Esagero? Forse sì, ma si sa, ogni disco è legato ad un momento della propria vita ed ogni volta che lo si ascolta ti riaccende quelle sensazioni. E’ stato amore a prima vista e lo è ancora oggi. Grande album.

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