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Recensione

82/100

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Reverend Backflash – Too Little Too Late – Recensione

05 Gennaio 2019 Comment Stefano Gottardi

genere: Rock 'n' Roll/Punk Rock
anno: 2018
etichetta: Pogo's Empire

Tracklist:

1. Never Turn Over 
2. Fuckaround 
3. Ready When You Are 
4. I Do Not Get You 
5. Taking One For The Team 
6. I Need You More Than I Want You 
7. Too Little & Too Late 
8. Matter Of Time 
9. Spinnin' Records 
10. You've Got The Love 
11. You Let Me Down 
12. Day After Day

Formazione:

Jack Nasty – Voce, Chitarra
Stevo Cannonball – Chitarra, Backing Vocals
Pretty Boy Luke – Basso,
Max Lightning - Batteria

Contatti:

http://www.reverendbackflash.com
https://www.facebook.com/reverendbackflash

 

Attivi dal 2003, i viennesi Reverend Backflash si sono creati un piccolo zoccolo duro di estimatori ed un giro di contatti che li ha ripetutamente portati a suonare in posti come Svizzera, Germania, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Italia. Poco prolifici discograficamente parlando, hanno puntato tutto sulla qualità. Too Little Too Late, uscito nel Settembre del 2018 per l’indie label austriaca Pogo’s Empire, è infatti soltanto il loro terzo full-length. Chi li conosce non ha di certo bisogno di cercare indizi nella copertina, e sa già che il loro rock ‘n’ roll sfacciato e diretto come un Pendolino Roma-Milano non mancherà di farli divertire anche in questo nuovo lavoro. Il jewel case, con booklet di dodici pagine completo di foto di gruppo e tutti i testi, contiene un dischetto che fa battere il piedino sin dalla canzone apripista “Never Turn Over”. Rock and roll, dicevamo, ma contaminato da punk 77, power pop e persino ska, di ispirazione scan ma orientato più verso il filone “born to lose” che quello “party rock”. Grezzo e smaccatamente melodico, il sound del quartetto austriaco piacerà più ai fan dei Backyard Babies che a quelli degli Hardcore Superstar o dei Crashdïet, e a chi apprezza vecchie glorie come KISS, Ramones, Cheap Trick.

Per niente concettuale, il songwriting è sbarazzino e, seppur pregno di citazioni, capace di mantenersi fresco e interessante per tutta la durata del disco, puntando sull’immediatezza delle melodie e sulla presa dei ritornelli, zuccherosi e gradevolmente stuzzicanti. “Non importa che tu sia uomo o donna: indipendentemente da quanti anni tu abbia, non sarai mai vecchio abbastanza per apprezzare un po’ di chitarra elettrica”! Questo è più o meno il senso di una frase inserita nella sopraccitata opener che, in definitiva, sembra il manifesto programmatico dei Reverend Backflash e del più recente capitolo della loro saga. È difficile, effettivamente, restare indifferenti a “Fuckaround”, “Ready When You Are”, “I Do Not Get You”, “Too Little & Too Late”, “Spinnin’ Records” e “You Let Me Down” (solo per citare qualche titolo, perché trovare filler qua in mezzo è dura), pezzi che paiono essere stati concepiti con il solo ed esclusivo scopo di far divertire. Registrato in un giorno e mezzo, praticamente in presa diretta, l’album ha suoni che rispecchiano appieno lo spirito live del combo austriaco, e in fin dei conti è proprio quello che ci si aspetterebbe di sentire mettendo nello stereo un CD di questo tipo.

IN CONCLUSIONE

In quasi vent’anni di recensioni ho spesso terminato le mie analisi con l’abusatissima frase “it’s only rock and roll but I like it”: sarebbe scontato farlo un’altra volta, ma ormai è troppo tardi…

© 2019, Stefano Gottardi. All rights reserved.

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