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Recensione

70/100

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Jim Shepard – Jaded – Recensione

26 Gennaio 2019 Comment Luka Shake Me

genere: Melodic Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Melodic Rock Records

Tracklist:

01 Save The World
02 Destiny
03 My Heart Is Mine
04 We Are Not Alone
05 What I See
06 Livin’ For Me
07 I Will Find My Way
08 M.G.L.G.2
09 Love Is The Faith
10 I Still Think About You
11 Always For You

Formazione:

Jim Shepard: Chitarre, Basso, Tastiere, Batteria

Ospiti:

Rusty Ammerman: Voce 1,2,3,4,5 Cori 2,4,5,10
Mike Meadows: Voce 6,7,8,9,10 Cori 8
Ron Hanchar: Voce 11 Cori 1,3,5,6,9,10,11 Sax 3
Chris Georgeff : Tastiere 1
Rick Vallejo: Cori 7

Contatti:

https://www.facebook.com/TheJimShepard/

 

Un esercito di fedeli rockers dal cuore tenero sarà sempre pronto a far fronte compatto per amore del rock adulto; la scheda di presentazione che accompagna l’artista di cui mi accingo a parlarvi, mette in luce proprio questo aspetto; il desiderio di lasciarsi andare a sonorità lontane da trend del momento, perché anche in chiave melodica esistono dei clichè ormai prestabiliti. Lo statunitense Jim Shepard con l’ausilio di svariati guest tra cui ben tre ugole diverse, scrive e produce un lavoro dai connotati aor per toccare punte più rocciose e ancora, accarezzare tutta la passione e il suo passato per il country rock. Sarà il caso di parlare del nuovo “Jaded”, ancora una volta sotto l’ala protettrice Melodic Rock Records.

“Save The World” intro di hammond e poi si corre verso un hard rock melodico di facile presa, robusto quanto basta, scevro da chorus pomposi come spesso il genere impone, la componente seventies direi che è un marchio di fabbrica molto presente. Come inizio niente male.

“Destiny” cambia registro verso sonorità più radiofoniche. Bello il Chorus che ad onor del vero forse avrebbe meritato una maggiore cura nell’utilizzo di controcanti e armonizzazioni; piccoli dettagli che non inficiano l’ottima qualità di un altro pezzo ben scritto e arrangiato, notevole anche il solo di chitarra, melodico e di gusto.

“My Heart Is Mine” è la prima ballad, fa capolino anche un sax che paradossalmente evidenzia tutti i limiti di una traccia non proprio riuscitissima. Le ballad dovrebbero essere il piatto forte del genere, purtroppo in questo caso si rasenta solo una stentata sufficienza.

“We Are Not Alone” veleggia di nuovo verso un aor dall’airplay radiofonico a tinte malinconiche. Gradevole anche se non si può parlare di un vero capolavoro. Manca quel quid che dia lo sprint per una traccia davvero sopra le righe.

“What I See” una ballad ben scritta, seppur con qualche sbavatura complice un cantato non impeccabile; nonostante tutto direi che la traccia in sè risulta coinvolgente ma anche in questo caso non siamo di fronte alla traccia “strappaorecchi”.

“Livin’ For Me” gira su sonorità west coast, noiosetta e non molto ispirata; sarà che il genere non offre molti sbocchi, ma gli arrangiamenti, la produzione e il cantato potrebbero fare la differenza; aimè non in questo caso. (La produzione purtroppo latita un po’ in tutte le tracce!! La “punta” della cassa è quasi fastidiosa!! nda)

“I Will Find My Way” vira inaspettatamente verso sonorità decisamente heavy Rock (forse troppo!! Nda) la traccia più dura del platter dalla linea vocale ricercata. Direi un plauso per essere uscito quantomeno da registri troppo sicuri o scontati.

“M.G.L.G.2” segue pedissequamente l’episodio precedente, malgrado sia di buona fattura trovo sia eccessivamente distante dalle linee guida delle composizioni precedenti. Qui siamo ai limiti del metal melodico. Nonostante questa riflessione dovuta, non posso non notare che quando c’è da andar giù pesante il lavoro decolla, i musicisti coinvolti sembra siano riusciti ad esprimersi al meglio.

“Love Is The Faith” ritorna a un canonico rock adulto, un po’ scialbo e ancora una volta senza troppi sussulti. Anche vocalmente emergono punti deboli su un pezzo che meriterebbe maggiore intensità e interpretazione. Direi che siamo sotto la sufficienza anche in questo caso.

“I Still Think About You” è di facile presa e malgrado evidenzi quelle lacune già rimarcate in precedenza per tracce di questo tipo, si lascia canticchiare e riesce a salvare capra e cavoli.

“Always For You” è la classica ballad dai toni acustici spesso relegata in chiusura. Anche in questo caso emergono alti e bassi. La linea vocale potrebbe essere anche carina, a patto che il cantato riuscisse a renderla vincente. Per ciò che concerne gli arrangiamenti, riescono a dare quel tocco di magniloquenza, questa è una caratteristica che invece ho apprezzato molto.

IN CONCLUSIONE

Un lavoro che avrebbe necessitato di una figura esterna per poter essere indirizzato verso una maggiore omogeneità; tralasciando gli aspetti di ogni singola traccia già ampiamente discussi, la cosa che evince di più è proprio un certo scollamento fra alcune tracce più morbide e dalle intenzioni più east coast e altre più rocciose ai limiti del metal melodico di vecchio stampo eighties. Si spera dunque in un processo di maturazione per un successivo lavoro sulla lunga distanza, sapere dove andare è già un importante e significativo passo avanti.

© 2019, Luka Shake Me. All rights reserved.

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