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20 Gennaio 2019 11 Commenti Alberto Rozza
genere: Melodic Rock
anno: 2019
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
1. Where Are You Now
2. Freak Show
3. Never Alone
4. Tomorrow
5. Queen
6. Liar
7. Time To Go
8. I Don't Know You
9. While She Sleeps
10. Ride To Nowhere
11. Glory Days
Formazione:
Nathan James – Lead Vocals
Andreas Z Eriksson – Lead Guitars and Vocals
Andrew Lowe – Rhythm Guitar and Vocals
Colin Parkinson – Bass, Acoustic Guitar and Vocals
Phil Beaver – Drums, Percussions and Vocals
Dopo essere stati individuati come il futuro del rock britannico, arriva il terzo album degli Inglorious, segno inequivocabile del raggiungimento della maturità artistica della band.
La carica prorompente e la capacità di coinvolgere l’ascoltatore si palesano già dalla prima traccia: “Where Are You Now” è una bomba, dal ritornello corale e sfrenato, cristallina e genuina fino in fondo. Si passa alla successiva “Freak Show”, puramente hard rock, dalle sfumature strumentali interessanti e ben strutturate. Le acque si calmano lievemente sull’introspettiva ed emotiva “Never Alone”, gemma preziosa e dagli orizzonti sconfinati, dotata di una melodia che letteralmente rapisce. “Tomorrow” è arcana e oscura, tenebrosa nella sua solennità titanica, completa e sfuggevole. Si arriva così alla scanzonata “Queen”, trotterellante e movimentata, dal groove deciso e prorompente, che ci catapulta nella martellante e dissonante “Liar”, pregevolmente crudele e pestata, a bilanciare perfettamente le sonorità dell’album.
Un sapore tra il vintage e il contemporaneo, che sbalza e fa sobbalzare, accompagnano la corposa e spregiudicata “Time To Go”, dalla trama godibile e riconoscibile. “I Don’t Know You” si presenta come un canonico lento blueseggiante, intervallato da sprazzi di follia ritmica, ottimo esempio di cosa sta diventando l’hard rock contemporaneo. Si torna a pestare sulle note di “While She Sleeps”, stupenda e inebriante, che prepara le orecchie e il cuore alla title – track “Road To Nowhere”, ovattata, schizofrenica, dagli abbinamenti e dal gusto impeccabile, dalla resa granitica.
Il lento acustico “Glory Days” chiude un lavoro decisamente riuscito, dalle sfaccettature molteplici e interessanti, una creatura di livello altissimo in tutte le sue componenti, sia strumentali che soprattutto vocali, un tassello fondamentale della musica odierna che farà sicuramente parlare di sé anche in futuro: consigliatissimo.
© 2019, Alberto Rozza. All rights reserved.
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