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Recensione

87/100

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Palace – Binary Music – Recensione

24 Dicembre 2018 10 Commenti Alberto Rozza

genere: AOR
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. Binary Music
2. Tears Of Gaia
3. Nothing Personal
4. Promised Land
5. Love Songs
6. Dangerous Grounds
7. Queen Of The Prom
8. Who's Counting Time
9. Julia
10. To Have And To Hold

Formazione:

Michael Palace - vocals, backing vocals, guitars, bass guitar, keyboards, harmonica and alto saxophone.
Daniel Flores - drums and percussions

 

Per tutti gli amanti dell’AOR di qualità purissima, delle tastiere avvampanti e delle atmosfere avvolgenti ecco fiammante il nuovo album di Palace, band svedese capitanata dall’omonimo pluristrumentista Michael Palace.

La partenza è di assoluto spicco: la title – track “Binary Music” rockeggia poderosamente, con una coralità strumentale e vocale di rara bellezza, un brano riuscito in ogni sua sfaccettatura. Suoni siderali introducono “Tears Of Gaia”, introspettiva e nostalgica, ritmicamente compatta e con buoni spunti testuali. Un alone crudele e sommesso avvolge “Nothing Personal”, dalle sfumature poppeggianti, dove la presenza della testiera risulta predominante. Sempre vibrante e deciso, l’artista svedese ci propone “Promised Land”, gagliarda nella sua struttura, dal ritornello arrembante. “Love Songs”, nonostante un ritmo sufficientemente sostenuto, non tradisce le aspettative, danzando sul filo del rasoio di genere, forse strizzando troppo l’occhio al pop. L’ottima resa complessiva del lavoro viene riprovata nella sognante “Dangerous Grounds”, graffiante e superba, perfetta nella sua trama semplice e lineare.

La sinfonica “Queen Of The Prom”, introdotta da una parte corale a cappella di grande effetto, risulta un brano azzeccatissimo, vivace e stupefacente, incredibile nella sua capacità di stupire e di tenere sull’attenti l’ascoltatore. “Who’s Counting Time” è il classico lentone spezza cuore e strappalacrime, una cliché, un atto dovuto, perfettamente eseguito, dal grande trasporto e pathos, che in modo leggero penetra i sentimenti e che troppo rapidamente ci lascia per la successiva “Julia”, decisamente più scanzonata e selvaggia, ottimo stacco dinamico.

Con l’incisiva e titanica “To Have And To Hold” si chiude Binary Music, un album di spessore, dalla caratura musicale molto alta, una chicca di fine anno per tutti gli amanti del genere e non, dalle sfumature interessanti e gradevolissime: ottimo lavoro!

© 2018, Alberto Rozza. All rights reserved.

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