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Recensione

96/100

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Devil’s Hand – Devil’s Hand – Recensione

24 Dicembre 2018 40 Commenti Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock / Hard 'n' Heavy
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. We Come Alive
2. Falling In
3. One More Time
4. Another Way To Fly
5. Drive Away
6. Justified
7. Rise Above It All
8. Devils Hand
9. Unified
10. Heartbeat Away
11. Push Comes To Shove

Formazione:

Andrew Freeman - Vocals
Mike Slamer - Guitars, Bass, Keyboards
Chet Wynd - Drums

Ospiti:

Andy Zuckerman
Mike Hansen
Casey Purvis
Jeff Valdez

 

E’ il 90° minuto del 2018. In campo la nazionale Hard Rock contro il Resto della Musica, risultato fisso sullo 0-0. Attenzione, c’è una sostituzione tra le fila della squadra di casa. Sembra entri in campo Mike Slamer! Il mister gli sta indicando di mettersi su alto, lungo una fascia, pronto a sfornare l’assist vincente. E’ l’ultimo minuto di recupero, la palla arriva proprio tra i piedi del neo-ingresso Slamer. Il giocatore punta il difensore, lo salta.. Cross!!! E’ preciso!!! A centro aria svetta Andrew Freeman, in prestito dai Last In Line… Colpisce il pallone di testa… Gooooooooool!!!!

Quando meno te lo aspetti, ecco il capolavoro.

Nei negozi dal 7 dicembre 2018 per Frontiers Music, il primo disco omonimo dei Devil’s Hand, ovvero Mike Slamer alla chitarra, alle tastiere e al basso, Andrew Freeman alla voce e Chet Wynd alla batteria, esplode nelle casse audio dei vostri impianti esattamente come un boato di uno stadio a un gol vincente nel recupero in un derby cittadino. E’ da brividi.

Il solito songwriting eccellente, vario e personalissimo di Slamer incontra qui tutta la grinta e la maestria vocale di uno dei migliori singer hard ‘n’ heavy presenti sul mercato, dando vita a un prodotto registrato in modo squisitamente retrò (i suoni sono caldi, potenti, avvoglenti) e che fa da perfetto punto di unione tra il sound dei Seventh Key del massimo compositore, e i Last In Line del cantante. La melodia dell’hard rock e la potenza dell’hard’n’ heavy giocano e duellano in un match ad armi pari, creando quel perfetto binomio musicale che è il motore trainante di questa bellissima opera, per un album che è capace di partire scattante e con il motore su di giri già al suono di una We Come Alive che esordisce mettendo subito in primo piano la chitarra di Slamer e la voce di Freeman. Il valore del songwriting emerge subito all’interno del bel refrain, evoluto e di grande impatto, mentre è l’attacco vocale di Falling In che rende l’intero brano così accattivante e di straripante energia, con il terzo pezzo One More Time che ha invece un avvio acustico e polveroso, ma che poi esplode di cocente hard rock ’80s fino a un bel ritornello corale.

La rapida e compatta Another Way To Fly mantiene alto il livello qualitativo del songwriting del disco, con Drive Away che fugge via anche lei rapidissima al suono della chitarra di Slamer (ma come canta qui Freeman!!), e Justified che rallenta un po’ il procedere dell’album con un intenso sound da ballad melodic rock. Qui i riflettori sono tutti sui due principali componenti del gruppo, con Slamer abilissimo nel comporre e nel pizzicare le corde acustiche del suo strumento, e Freeman commovente con la sua intensa vocalità clean. Poi, senza un attimo di respiro, ecco una Rise Above It All maschia, tutta groove e potenza strumentale, ma con un’accortezza melodica importante sul ritornello, e la title track Devils Hand, altro pezzo hard rock vecchio stampo e tutto energia.

Il finale del platter non poteva essere meno emozionante di quanto fino ad ora ascoltato. Unified è una sensazionale mid-tempo caratterizzata dalla solita grinta vocale del cantante americano, mentre Heartbeat Away è la tipica ballata da urlo di Slamer. Semplicemente, uno dei più bei lenti melodici ascoltati in questo 2018, e non solo. E’ AOR allo stato puro.
Infine, come commiato, ecco Push Comes To Shove, pezzo potentissimo, velocissimo, divertentissimo, da dimensione live, che fa da sigillo perfetto di uno dei top album di questo anno. Boom!!

IN CONCLUSIONE

Quando ho letto i nomi me lo aspettavo, quando l’ho ascoltato mi sono stupito: Devil’s Hand è – per il sottoscritto, ma penso per ogni amante di queste sonorità – il disco hard rock del 2018.

Un album che ha tutto: produzione, varietà nel songwriting, esecuzione impeccabile, melodia, grinta hard ‘n’ heavy, vocalità, chitarra, ottime ritmiche.. Tutto.

Intenso. Da ascoltare e riascoltare..

© 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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