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05 Novembre 2018 17 Commenti Stefano Gottardi
genere: Sleaze Metal
anno: 2018
etichetta: Indie Recordings
Tracklist:
1. Jawbreaker
2. Reckoning
3. Genie's Got A Problem
4. Weekend Suffering
5. Borderline Crazy
6. Check Your Head
7. Sick Adrenaline
8. Everybody Riot
9. Go Fuck Yourself
10. Chaos In A Bombshell
11. Devilicious
Formazione:
Lizzy DeVine – Voce, Chitarra Ritmica
Mats Wernerson – Basso, Backing Vocals
Robin Nilsson – Batteria, Percussioni
Kristian Nygaard – Chitarra Solista
Contatti:
http://www.thecruelintentions.com
https://www.facebook.com/thecruelintentions//
Nel 2004 Universal mise sotto contratto una glam band svedese di nome Crashdïet, in un periodo in cui non c’erano altri gruppi emergenti dediti a quelle sonorità sotto ad una major. L’anno successivo uscì il loro full-length d’esordio Rest In Sleaze che creò un effetto a catena: da ogni parte del mondo sbucarono come funghi un sacco di emuli. Manco a dirlo, le formazioni più interessanti provenivano quasi tutte dalla Svezia. Fra queste ne spiccava una, scoperta da Stevie Rachelle dei Tuff, che nel 2006 pubblicò il suo disco d’esordio Lit Up/Let Down per Filthy Note Records, l’etichetta di Bam Margera, star del programma televisivo americano Jackass. Si chiamava Vains Of Jenna. Trasferitasi quasi subito negli USA in cerca di fortuna, la band la trovò solo in parte, riuscendo comunque ad assaporare per qualche anno un po’ di quel lifestyle 80iano tutto sesso, droga e rock and roll che molti altri invece hanno dovuto accontentarsi soltanto di sognare. La pacchia per gli scandinavi finì nel 2010, quando venne annunciata la separazione dal frontman Lizzy DeVine, rimpiazzato con scarsa fortuna da Jesse Forte, un buon cantante a cui mancavano però la personalità e il carisma del suo predecessore.
Nel 2012 l’avventura del combo svedese finì per sempre, mentre nel 2015 iniziò quella di DeVine con i norvegesi The Cruel Intentions. Lizzy ammise di aver prima contattato i suoi vecchi compagni di scorribande per un reunion show che ne celebrasse il decennale e poi, dopo aver ricevuto un secco no come risposta, pensato di dare vita ad un nuovo gruppo, inizialmente messo in piedi solo per sfogare la sua voglia di fare musica. A breve incominciarono ad uscire vari singoli e video, ma nelle interviste il quartetto dichiarava sempre di non voler firmare contratti discografici né realizzare album. È arrivato quindi con una certa sorpresa l’annuncio dei mesi scorsi della firma con Indie Recordings per la pubblicazione di questo debut. Una volta inserito il dischetto nel lettore, bastano le prime note dell’opener “Jawbreaker” per venire catapultati in quelle atmosfere festaiole e tipicamente eitghties che avevano caratterizzavo i migliori episodi dei Vains Of Jenna, di cui i The Cruel Intentions sembrano l’ideale prosecuzione artistica. Merito della voce tagliente come una lama di DeVine, ad oggi ancora uno dei migliori vocalist sleaze/glam in circolazione. Composto per una buona metà della sua tracklist dai singoli pubblicati negli scorsi anni, No Sign Of Relief è un lavoro qualitativamente eccellente, forte di un songwriting di prim’ordine ed una evidente bontà di suoni. Non ci sono filler, e il disco convince sia negli episodi già noti che in quelli inediti. Canzoni come “Reckoning”, “Weekend Suffering”, “Borderline Crazy”, “Check Your Head”, “Sick Adrenaline”, “Everybody Riot”, “Go Fuck Yourself ” e “Chaos In A Bombshell” sono una manna dal cielo per chi alla ruvidezza delle chitarre vede bene abbinati cori massicci e ritornelli melodici, di quelli che entrano in testa al primo ascolto. A corredo di cotanta qualità sonora, il CD offre un artwork accattivante ed un booklet di 12 pagine completo di tutti i testi.
IN CONCLUSIONE
Probabilmente il miglior sleaze metal album mai uscito dai confini norvegesi e in generale uno dei più esaltanti esempi di hard rock made in Scandinavia di sempre!
© 2018, Stefano Gottardi. All rights reserved.
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