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12 Novembre 2018 3 Commenti Luca Driol
genere: Pop Rock / Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music
Tracklist:
01. Transcendence
02. Diamond Boy
03. Where Did You Go
04. We’re All The Same
05. Fire & Ice
06. Down On Luck
07. Metalheart
08. Love Is On The Line
09. Faith, Hope & Luv
10. Dopesick
11. Imaginary Man
Formazione:
Chip Z’Nuff – voce, basso
Tony Fennell – chitarra
Tory Stoffregen – chitarra
Dan Hill – batteria
Contatti:
Il simbolo della pace sempre in evidenza, colori sgargianti e tanto glitter: così si presentava il look degli Enuff’ Z’Nuff, una via di mezzo tra quello dei Poison (ai quali vennero erroneamente paragonati più volte, all’epoca del loro esordio) e una qualsiasi band dell’era psichedelica.
Venni a conoscenza di questa band per radio: da adolescente, iniziato al metal da pochi mesi, avevo l’abitudine di fare richieste musicali telefoniche un po’ strane a una radio locale, invero dalla programmazione piuttosto commerciale. Un giorno chiesi allo speaker di turno “qualcosa di metal” a sua scelta e lui optò per il singolo apripista di un album appena uscito: il pezzo era “Mother’s Eyes” e l’album “Strenght”. Rimasi folgorato da quel brano dal riff dissonante, ma dal refrain zuccheroso e, poco tempo dopo, recuperai l’album in questione presso il mio negozio di fiducia.
Oggi posso definirmi un fan degli Z’Nuff e debbo ammettere di esserci rimasto piuttosto male dopo aver appreso dell’abbandono definitivo del frontman Donnie Vie.
Dopo il già non brillante “Dissonance”, il successivo “Clowns Lounge”, pur trattandosi di una raccolta di vecchio materiale mai inciso, mi aveva alquanto deluso, presentandosi come una delle uscite discografiche più infelici della storia della band.
Mi sono quindi avvicinato a questa nuova release, la prima con Chip alla voce solista, con poche speranze, ma,come spesso accade, sono fortunatamente stato smentito.
Gli Enuff’Z’Nuff sono tornati al loro splendore, tra dolci e catchy melodie reminiscenti i Fab Four, seppur in ambito più hard-rock e con la voce di Chip, non così distante dal timbro nasale di Donnie, seppur spesso sin troppo “filtrata”. La partenza dell’album, affidata alla veloce title-track, non è delle migliori, ma da “Where Did You Go” il tipico suono della band torna a uscire allo scoperto e con la successiva “We’re All The Same”, firma uno dei sui brani più riusciti di sempre, tramite un magico refrain che si stampa immediatamente in testa. “Fire & Ice”, brano Enuff’Z’Nuff al 100% e le beatlesiane “Down On Luck” “Dopesick”, “Love Is On The Line” e “Imaginary Man”, sono altre perle contenute in questo piacevole quanto inaspettato ritorno discografico. Non ci resta che consigliarvi questo album al grido di “Peace, Love & Rock!”.
© 2018, Luca Driol. All rights reserved.
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