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Recensione

89/100

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Creye – Creye – recensione

14 Ottobre 2018 20 Commenti Giulio Burato

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

1. Holding On
2. Nothing To Lose
3. Different State Of Mind
4. Never Too Late
5. All We Need Is Faith
6. Miracle
7. Christina
8. Straight To The Top
9. Love Will Never Die
10. Still Believe In You
11. City Lights
12. Desperately Lovin’
13. A Better Way

Formazione:

1. Robin Jidhed – Lead Vocals
2. Andreas Gullstrand – Lead Guitar
3. Fredrik Joakimson – Rhythm Guitar
4. Gustaf Orsta – Bass
5. Joel Ronning – Keyboards
6. Arvid Filipsson – Drums

Contatti:

https://www.facebook.com/creyesweden/

 

Se volevamo trovare un candidato per la nomination di miglior debut-album dell’anno in ambito Aor/Melodic Rock o se volevamo trovare un album che esemplificasse l’idea di MelodicRock.it nel 2018, cari lettori, ecco il primo lavoro dei Creye, giovane ed effervescente band svedese.
La loro breve storia nasce a Malmo nel 2015 grazie all’idea di Andreas Gullstrand, chitarrista dei Grand Slam. Nel 2016 esce l’ottimo singolo “Never Too Late “ che l’anno successivo sarà inserito nell’EP d’esordio “Straight To The Top” che include anche la cover di “No Easy Way Out” di Robert Tepper (Rocky IV); al tempo della pubblicazione era presente in formazione la bellissima ugola di Alexander Strandell tanto da far sembrare i Creye, un progetto parallelo agli Art Nation. Il successivo ingresso, come nuovo front-man, di Robin Jidhed, figlio del grande Jim, ha ridato linfa e vitalità al progetto. Oggi i Creye hanno dunque un proprio DNA e non sembrano più il clone dei sopranominati Art Nation.

L’omonimo full-lenght è uscito il 12 Ottobre grazie all’immancabile Frontiers, anticipato da due singoli di livello; la bellissima “Christina” (mai aggettivo poteva calzare meglio), “eighties” al 100%, e la successiva “Different State of Mind” caratterizzata da una bella struttura e da un ritornello calibrato.
Un riuscito mix tra i primissimi H.e.a.t e gli Art Nation è presente nelle due tracce iniziali (devastate l’intro di tastiere in “Nothing to Lose”). Seguono poi la disarmante freschezza pop di “Miracle”, potenziale hit, l’accattivante “Desperately Lovin’” e la briosa “City Lights”. Altri momenti da annotare sulle vette della melodia sono “All We Need Is Faith”, mid-tempo raffinato e magistralmente costruito, e la conclusiva “A Better Way”, canzone che può rappresentare la sognante copertina. Non poteva infine mancare una ballad; “Love Will Never Die” ha la peculiarità per elevarsi a lento da ballare con la propria innamorata.
Nella versione giapponese è presente la rivisitazione acustica di “Straight To the Top”.

IN CONCLUSIONE

I Creye acquisiscono una loro identità con l’innesto del cantante Robin Jidhed e danno vita un debut-album dalle melodie lussureggianti e ricco di potenziali hit radiofoniche.
Un giusto mix di AOR, pop e melodic rock, intarsiato dalla presenza di massicce dosi di tastiere e da chitarre ottimamente dosate.
In tre parole: gran, bell’esordio!

© 2018, Giulio Burato. All rights reserved.

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