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19 Settembre 2018 1 Commento Max Giorgi
genere: Melodic Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Melodic Rock Records
Tracklist:
01. Global Warning 00:45
02. Irontown 04:22
03. Jealousy 04:58
04. Hate 04:35
05. Sink Together 06:00
06. The Girl Who Wanted Everything 04:01
07. Live Again 04:13
08. Wasteland 05:17
09. Never Write A Love Song 06:31
10. 20/20 04:42
11. Punishment Of Lust 06:16
12. Payback 04:57
13. Ice Age 05:14
Formazione:
Steve Newman -Vocals
Chris Green - Guitars
Phill Hammond - Guitars
Marc Stackhouse - Bass
Barney Stackhouse - Keyboards
Gentili lettori e lettrici di melodicrock.it, oggi facciamo un viaggio in Inghilterra, terra di Re e Regine, terra in cui è nato il nostro amato football ma, soprattutto, terra molto generosa nella produzione di materiale Hard Rock e Melodic Rock e che ha dato i Natali a numerose band di successo (FM e DARE su tutte).
Nello specifico vi parlo dell’ultimo lavoro di una band decisamente popolare nel Regno Unito: I “Burn”. La band dei fratelli Stackhouse si presenta nuovamente sulle scene dopo 10 anni dal loro ultimo lavoro (Global Warning), disco che ebbe un ottimo riscontro di pubblico e critica. 10 anni sono tanti e diverse cose sono cambiate nella band, prima fra tutte l’ingresso di un nuovo cantante: Steve Newman. Singer dal timbro inconfondibile. Nella lista dei musicisti possiamo anche notare la presenza del talentuoso Chris Green, guitar player dei Tyketto.
La gestazione di “Ice Age” è durata la bellezza di 5 anni ed alla produzione è stato chiamato addirittura il vincitore di un Grammy Award, Mr. Tobias Lindell (Europe, H.E.A.T). E’ certo che i Burn hanno cercato di fare le cose in grande!!! Andiamo allora ad ascoltare ICE AGE!
I 45 secondi di intro, “Global Warning”, ci preparano alle note potenti e graffianti di “Irontown” in cui la voce graffiante di Newman ci porta su terreni ruvidi e sporchi fatti di hard rock anni 80, ma con sonorità decisamente moderne. Il brano cresce bene per poi appiattirsi con un ritornello un po’ banale. Comunque, a mio modesto parere, è una delle due song più convincenti di tutto l’album. Questi primi minuti ci fanno subito capire che su questo progetto si è investito tanto, con una produzione decisamente importante e curata.
Jealousy e Hate non variano di una virgola il copione, fatto di grande energia con la giusta dose di melodia……. l’impressione dopo l’ascolto dei primi brani è che, comunque, manchi qualcosa. Forse le attese erano tante e, purtroppo il risultato finora non mi sembra del tutto soddisfacente……….ma andiamo avanti……
In Sink together, un avvolgente intro di pianoforte fa da preludio a parti di voce e drum machine che si alternano a parti più hard. Molto bello l’assolo di chitarra. Sicuramente il brano che mi ha convinto di più assieme ad Irontown.
Con The Girl Who Wanted Everything si passa a sonorità più American Style in cui chitarra e voce ci fanno venire in mente atmosfere alla House of Lords.
Live Again si dipana su una ritmica Rock Blues magistralmente suonata da Chris Green. Ecco……due parole questo chitarrista le merita. E’ lui il valore aggiunto di questo album. A lui il mio personalissimo premio di migliore in campo!!
Dopo le dolci atmosfere di Wasteland, brano esclusivamente per piano e voce, con “Never write a love song” e “20/20 si ritorna sul terreno dell’ hard rock dai pochi fronzoli, ma anche dalla scarsa originalità.
Si finisce con “Punishiment of Lust, “Payback” e “Ice Age” che nulla danno e nulla tolgono ad un lavoro le cui ombre e luci si equivalgono.
IN CONCLUSIONE
5 anni di lavoro di produzione, ottimi musicisti, un produttore da Grammy…………ma alla fine dell’ascolto mi rimane un senso di insoddisfazione che non riesco a spiegarmi. Ice age è un disco suonato veramente bene, prodotto benissimo, cantato bene……ed allora cosa manca? A mio modestissimo parere mancano le canzoni!!! Non fraintendetemi, nell’insieme i brani risultano piacevoli. Ma dopo tutte le premesse fatte, le attese erano talmente tante che un po’ di amaro in bocca rimane. Soprattutto per chi ha ascoltato ed apprezzato Global Warning questo Ice Age non riesce a reggere il paragone. Oltre al fatto che trovo discutibile la scelta di sostituire Jeff Ogden con un Newman dal timbro vocale totalmente differente.
Disco da ascoltare comunque anche solo per godere del favoloso lavoro svolto dal guitar player Green!! We Rock!!!!!
© 2018, Max Giorgi. All rights reserved.
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