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Recensione

86/100

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Desounder – Desounder – Recensione

25 Agosto 2018 Comment Iacopo Mezzano

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Andromeda Relix

Tracklist:

1. Reverse (intro)
2. Man From The Moon
3. Dear John
4. Pain
5. I Take My Time
6. Prisoner
7. The King’s Entrance
8. King Of Nothing
9. The Void Of Absence
10. Save Our Souls
11. You Fall Again

Formazione:

Eleonora Nory Mantovani – voce
Nicolò La Torre – chitarra
Matteo Valle – basso
Martino Pighi – batteria

 

Facciamo un altro passo curioso ed attento all’interno dell’universo underground musicale rock italiano andando ad ascoltare il disco di debutto del gruppo veronese dei Desounder, l’omonimo Desounder, uscito nell’estate 2018 per la label Andromeda Relix.

Formati sotto il moniker Rider’s Bone nel 2013, questi quattro musicisti cambiano nome nel dicembre 2017 appena prima di iniziare a registrare questo splendido album di esordio, che gode di svariate contaminazioni sonore e che si sviluppa lungo gli orizzonti del rock/hard rock moderno (ma con un occhio sempre fisso sui ’70s) e ricercato, permeato di melodia. La sensazionale voce femminile di Eleonora Nory Mantovani, dalla timbrica clada e decisamente black, fa da puro collante tra le parti, guidando la chitarra di Nicolò La Torre lungo i suoi ottimi e vari riff, perfettamente accompagnati dal basso tutto groove del bravo Matteo Valle e dalla batteria tecnica e precisa di Martino Pighi. La nitida, calda ed avvolgente produzione di Luca Tacconi (registrata agli studio Sotto Il Mare) ha infine il merito di donare ulteriore valore al prodotto, fornendo il giusto dinamismo tra le frequenti variazioni del gruppo, e tra gli strumenti degli interpreti.

Aperto dall’intro Reverse, il platter ha in Man From The Moon il suo primo acuto, con un brano elegante, che dimostra tutta la bontà di questo songwriting tricolore di alto spessore artistico. Il blues di altri tempi del brano Dear John permette alla vocalist Mantovani di mostrare il lato più caldo e sensuale della sua voce, e al chitarrista La Torre tutta la sua camaleonticità sonora, mentre in Pain vediamo il gruppo cimentarsi in un hard rock accellerato di grande quantità, talvolta roccioso ma con un occhio puntato sulla melodicità. Successivamente, la mid-tempo melodica I Take My Time mostra il lato più raffinato della band su ritmiche più lente e soffici, ma sempre pronte a dare scosse di energia, con Prisoner che fa del suo riffing la marcia in più per colpire ancora una volta nel segno.

La breve ma appassionante intro bluesy di The King’s Entrance ci porta poi all’hard rock più ’80s di una dinamitarda King Of Nothing, forte ed avvincente fin dalle sue primissime battute. Il lento romantico di The Void Of Absence ci ricorda un po’ gli Scorpions, e ci accarezza il cuore attraverso la ancora superba voce della Mantovani, con il finale del platter che è affidato invece a una Save Our Souls hard rock, adrenalinica e ritmata, al pari di una You Fall Again che fa da commiato tra riff eccellenti e i soliti acuti della cantante.

IN CONCLUSIONE

Giusto per ricordarci che la nostra scena tricolore non ha proprio nulla da invidiare a quelle estere, ecco i Desounder e il loro esordio magnifico a riscaldare con il loro sound bollente la già calda estate italiana.

Un disco meraviglioso, originale, di assoluta qualità. Da ascoltare.

© 2018, Iacopo Mezzano. All rights reserved.

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