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Recensione

75/100

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Signal Red – Under The Radar – recensione

16 Luglio 2018 1 Commento Max Giorgi

genere: Hard Rock
anno: 2018
etichetta: Escape Music

Tracklist:

1. DEFIANT 4:36
2. HOUDINI 4:05
3. STRONGER 4:57
4. TELL IT TO THE BEES 3:57
5. MONSTER TRUCK 5:15
6. PYRAMIDS OF MARS 4:44
7. EMOTIONS IN MOTION 4:25
8. HIGHWIRE 4:40
9. MAKING CONTACT 4:15
10. GOTH THE GIRL 4:04
11. THE TIME MACHINE 7:59

Formazione:

Lee Small: Lead vocals and All Backing vocals (Phenomena / Shy)
Steve Grocott: All guitars, Keyboards, Strings (Ten)
Brian J Anthony: Bass (Steve Walsh)
Dave Anthony: Drums (Dennis DeYoung)

 

Dall’Inghilterra ci giunge questa nuova produzione a nome SIGNAL RED, creatura nata dalla collaborazione del chitarrista Steve Grocott (Ten) e del cantante Lee Small (Phenomena, Shy, Lionheart). L’idea di creare un progetto comune nasce già nel 2013 in cui I due costruiscono le prime fondamenta dlla band, iniziando anche a scrivere del materiale. La chiamata di Steve nei Ten però porta ad un interruzione del progetto che rimane così bloccato per diversi anni. Ma alla fine Steve e Lee riescono finalmente a trovare il tempo necessario per terminare di scrivere I brani e registrare tutto il materiale che troviamo in questa prima uscita ufficiale dei SIGNAL RED che si intitola “Under The Radar”. Nella presentazione ufficiale di questo lavoro la ESCAPE Music, dichiara che questo è “un rock album che chiede solo di essere ascoltato”:
ed allora procediamo con l’ascolto!!!!!!

Apre il brano Defiant: le sonorità sono decisamente dirette verso un epic hard rock con alcune parti quasi tendenti al metal. Il suono di chitarra è molto tagliente ed aggressivo con riff velocissimi (quasi Malmsteen style) . Song comunque piacevole. Nota negativa, che sarà la caratteristica di tutto questo lavoro, è però una produzione che tende a penalizzare i brani più veloci (soprattutto a volumi alti).
I brani Houdini e Stronger seguono la falsa riga di Defiant con suoni molto potenti e parti ritmiche veloci. Rimane però nel sottoscritto un sensazione di “già sentito” che nn mi fa apprezzare in pieno questo inizio di album e nemmeno la bellissima voce di Lee Small riesce a far emergere da questo limbo i primi brani.
Con Tell it to bees accade la metamorfosi. Scendono i beat al minuto, i suoni sono più puliti e si ha subito l’impressione di trovarsi di fronte ad un altra band che ci regala 4 minuti di ottimo hard rock melodico!
Anche Monster truck scorre via piacevolmente mettendo pienamente in mostra le doti vocali di Lee.
Con Piramids of Mars si ritorna all’epicità che a quanto pare piace tanto al binomio inglese. Belle cavalcate ritmiche, ritornello interessante, ma niente di più.
Nell’ascolto di questo Album che mi ricorda tanto un rollercoster, (pieno di alti e bassi) ora raggiungiamo forse l’apice con “Emotion in motion”: senza gridare al miracolo ci troviamo al brano più “emozionante” (come da titolo), in cui la melodia la fa da padrone…..
Mentre Highwire, Goth the girl e Time Machine nulla danno e nulla tolgono al livello (non eccelso) dell’album, mi rimane una menzione particolare per Making Conntact: forse il brano più interessante dal punto di vista del songwriting ed arrangiamento.

IN CONCLUSIONE

Sicuramente Lee Small e Steve Grocott sono due artisti di indubbio valore ed il resto della band, composta da Brian J Anthony al Basso (Steve Walsh) e Dave Anthony alla batteria (Dennis DeYoung), non sono da meno. Il disco è decisamente ben suonato ed I brani sono piacevoli… ma nulla di più.

“Under the Radar” è un lavoro dalla doppia anima, un po come Dott. Jekyl e Mr Hyde: un’anima decisamente più “cattiva” ed epica ed una più melodica. Per chi sta scrivendo questa recensione la parte epica non è per nulla convincente con brani che non lasciano il segno e con un songwriting debole, mentre la parte più melodica è quella che più ho apprezzato, con brani dall’ottimo potenziale
e più datti alla voce di Lee . Una produzione non all’altezza, sicuramente non aiuta questo lavoro ad emergere rispetto alla moltitudine di uscite di questo 2018. Dò un voto di stima e rimango in attesa di un secondo eventuale capitolo in cui, per quelli che sono i miei gusti, auspico venga dato più spazio all’anima melodica ed elegante di questo progetto (e che secondo me è il suo punto di forza) ……let’s rock!!!

© 2018, Max Giorgi. All rights reserved.

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