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01 Maggio 2018 3 Commenti Iacopo Mezzano
Dovete sapere che noi redattori musicali italiani ci odiamo così tanto tra di noi da accordarci già il giorno seguente la quinta edizione del Frontiers Rock Festival per andare a vedere assieme un ulteriore concerto: quello dell’ex White Lion Mike Tramp, ritornato dopo tanti anni di assenza in Italia con la sua Band of Brothers in quel del – piccolo ma sempre accogliente – Legend Club di Milano.
Fabrizio Tasso di Rock Rebel Magazine (cliccate qui a fianco per leggere il suo report) ed il sottoscritto, dopo un’intera giornata passata assieme a chiaccherare di musica su e giù per le vie di Milano, ci siamo posizionati proprio sotto l’asta del microfono del frontman danese in (un po’ assonnata) attesa di uno show che entrambi ci aspettavamo niente più che di buon livello.
Ci sbagliavamo, e di tanto.
Non esito ad affermare come quello di Mike Tramp con la Band of Brothers in data 30 aprile 2018 sia stato certamente uno dei più appassionanti e convincenti concerti a cui abbia assisitito negli ultimi anni. Totalmente trasformato nella sua essenza musicale, ma altresì immutato nella sua passione verso la vera musica rock, il buon Tramp mette in scena uno spettacolo che ripercorre a 360° la sua carriera di artista, rispolverando tanti brani dei White Lion, molti suoi pezzi solisti, e anche una canzone dal suo repertorio con i Freak of Nature. Affiancato dagli eccellenti musicisti della Band of Brothers, Mike ha ora trasformato interamente i suoi componimenti, proponendoli in una versione più rock e meno hard, e più essenziale, che gli permette di dare ulteriore accento ai testi e alle emozioni. Come il più perfetto oratore, Tramp non disdegna le lunghe chiaccherate con il pubblico, le quali non risultano mai stucchevoli (e anzi, di grande/grandissimo interesse visti i tragicomici spaccati degli ’80s e dei maledetti ’90s che il frontman riesce a disegnare) e che non vanno in alcun modo a pesare sulle ben oltre due ore di concerto a cui abbiamo assistito (che sono peraltro volate via in un modo davvero stupefacente).
Le famose Hungry e Living On The Edge dei White Lion, con cui Tramp decide di aprire il concerto, vengono ridisegnate in modo più cantautorale, così da potersi allacciare senza alcun distacco con le soliste Trust In Yourself e Why Even Worry At All, eseguite subito dopo e ben recepite da un pubblico questa sera numeroso e piuttosto canterino. Cry For Freedom accende come una fiamma il messaggio di pace da sempre caro al cantante, e apre le porte alla bella Mr. Death e a una Goin’ Home Tonight più nostalgica nelle strofe rispetto all’originale, ma non meno esplosiva nel refrain. Give It All You Got e What I Am sono altri due ottimi momenti di uno spettacolo che torna a parlare di White Lion con Little Fighter prima delle “ultime” Coming Home (incredibilmente unita alla emozionante cover dei Thin Lizzy The Sun Goes Down) e Endless Highway.
Sul finale, con il terzetto When The Children Cry – Broken Heart – Lady Of The Valley i sentimenti e le sfumature emozionali prendono il totale sopravvento sullo show, e la voce più bassa ma sempreverde di Mike Tramp arriva diretta al cuore degli ascoltatori, tutti in estasi e visibilmente commossi. Il bis è infine affidato a Work It All Out (dedicata a Malcom Young) e al commiato perfetto di Farewell To You, con il quale l’artista saluta la folla e annuncia di aver definitivamente perdonato l’Italia per le incomprensioni passate, tanto da essere già pronto per ritornare. Aggiungiamo noi, al più presto!
Setlist:
1. Hungry
2. Living On The Edge
3. Trust In Yourself
4. Why Even Worry At All
5. Cry For Freedom
6. Mr. Death
7. Goin’ Home Tonight
8. Give It All You Got
9. What I Am
10. Little Fighter
11. Coming Home
12. Endless Highway
13. When The Children Cry
14. Broken Heart
15. Lady Of The Valley
16. Work It All Out
17. Farewell To You
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