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Recensione

88/100

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James Christian – Craving – recensione

11 Maggio 2018 15 Commenti Max Giorgi

genere: Melodic Rock
anno: 2018
etichetta: Frontiers Music

Tracklist:

01. Heaven Is a Place in Hell
02. Wild Boys
03. Craving
04. Jesus Wept
05. World Of Possibility
06. Sidewinder
07. I won’t Cry
08. If There’s a God
09. Love Is the Answer
10. Black Wasn’t Black
11. Amen

Formazione:

James Christian: Lead Vocal, Acoustic Guitar, Background Vocals

Ospiti:

Billy Seidman : Additional Acoustic Guitars
Tommy Denander : Guitars, Bass, Keys (Wild Boys, Love Is The Answer, Sidewinder, I Won’t Cry)
Jimi Bell : Guitars (Black Wasn’t Black)
Pete Alpenborg : Guitars and Bass (Jesus Wept)
Alessandro Del Vecchio : Keyboards (Jesus Wept)
Clif Magness : All Instruments (Craving)
Josh Freese : Drums (Craving)

Contatti:

www.jameschristianmusic.com
https://www.facebook.com/james.christian.9406

 

In questi primi mesi dell’anno, colmi di nuove uscite (e molte di alto livello), la nostrana Frontiers ci offre il quarto lavoro da solista di James Christian. Pensate che la sua carriera inizia nel lontano 1977, nelle fila della prog/rock statunitense Jasper Wrath. La sua reale consacrazione, però, avviene 10 anni dopo, con l’uscita del primo album degli House of Lords. Parallelamente agli impegni con la band (con cui ha scritto un pezzo di storia della musica hard rock), il nostro James si diletta nel ruolo di songwriter, produttore ed anche come artista solista. Sotto questa veste ci dona tre album molto interessanti: “Rude Awakening” (1994), “Meet the Man” (2004) e “Lay it all On Me” (2013). Ed eccoci al quarto capitolo “Craving”, lavoro che vede la collaborazione, in fase di songwriting e di esecuzione, di molti nomi noti del “music biz”: Tommy Denander, Chris Pelcer, Jimi Bell, Clif Magness , Alessandro Del Vecchio, Richard Hymas, Charlie Mason e Jeff Kent. A questi grandi nomi associamo le incredibili doti (sia vocali che di composizione) di James Christian ed ecco che il gioco è fatto… tutti i tasselli sono al posto giusto….non ci resta che passare all’ascolto:

Apre il brano Heaven is a place in hell: già dopo la prima nota si percepisce subito l’ottimo lavoro fatto in produzione!!!! Questo brano ci porta immediatamente alla mente gli House of Lords. Pezzo bellissimo e ricercato ma… il timore ora si fa forte… non è che ci tocca ascoltare un album troppo influenzato da quelle sonorità????
Già con Wild Boys (la seconda traccia) il buon James si discosta dal sound degli H.o.L e inizia a partire per altri territori e sonorità. Sempre però rimanendo nella Sacra terra dell’Hard Rock, ma con un piglio e “sentimento” differente, e con degli arrangiamenti e suoni di gran classe.
Con il terzo brano, che è la titletrack, “Craving”, con “Jesus Wept” (con il nostro Alex Del Vecchio alle tastiere) e “World of Possibility” si ha l’impressione che l’artista voglia intraprendere un viaggio in cui sentimenti, emozioni e pezzi di vita vissuta si uniscono e diventano un unica cosa. Le sonorità si “ammorbidiscono” e ci invitano a lasciarci trasportare dai colori e sensazioni che la voce di Christian ci dona. Ecco… ma non rilassiamoci troppo… perchè con le note di “Sidewinder” veniamo subito risvegliati e sbalzati con un bel salto temporale negli anni ’80, ma con le sonorità dei nostri tempi!!!! In questa alternanza di emozioni il rock/blues di “I Won’t Cry” ci riporta a sonorità più dolci e romantiche. Bellissimo e di impatto il solo di Tommy Denander nel finale del brano.
Con “If There’s a God” e “Love is The Answer”, James Christian ci dona la sua parte più personale e spirituale. Il suo modo di cantare, i suoni e gli arrangiamenti ci regalano dei minuti dal forte impatto emotivo.
Il tempo vola e siamo già giunti all’undicesima traccia… ma… questo suono di chitarra mi sembra di riconoscerlo :-). Certo!!! Anche Mr. Jimi Bell ha voluto collaborare a questo album. Ne scaturisce così la favolosa “Black Wasn’t Black” che paga pegno agli House of Lords, ma che con la sua energia e melodia, diventa uno dei brani più “trascinanti” (ed il mio preferito) . Con l’ultima traccia, “Amen”, James decide di congedarsi con una canzone in cui emozione e spiritualità la fanno da padroni e che ti entra dritta dritta nel cuore.

IN CONCLUSIONE

Questo è un lavoro dalle molteplici sfaccettature. James Christian questa volta ha voluto prettamente concentrasi sul piano emozionale e personale. Ne esce un album dai più volti e con brani molto differenti l’uno dall’altro, in cui l’artista, ma soprattutto l’uomo nel pieno della sua maturità, racconta momenti di vita vissuta. Non è sicuramente un album dall’immediato impatto… ma con il proseguire degli ascolti si percepisce ed assapora il suo grande valore artistico. Ottima la produzione e grandissimo il lavoro sugli arrangiamenti. Insomma… un album che non può mancare nella collezione dei fans del nostro James e degli House of Lords… ma che, comunque, consiglio a chiunque ami la buona musica ed i buoni sentimenti. Let’s rock!!!!

© 2018, Max Giorgi. All rights reserved.

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